Gli struzzi, la storica collana nata cinquant’anni fa e arrestatasi nel 2009, torna in vita. È la casa editrice Einaudi, inglobata dal gruppo Mondadori di Segrate, a darle nuova linfa proprio tramite il direttore editoriale della stessa Einaudi, Ernesto Franco. La prima pubblicazione, a fine settembre, sarà I Greci e l’arte di fare i conti di Giovanni Marginesu (pag.140 –Euro 12,50).
Per quasi quarant’anni anni ha pubblicato alcuni tra i più importanti autori della letteratura ma anche di poesia e teatro dello scorso secolo. Gli struzzi si sono occupati anche della “memorialistica” senza dimenticare nemmeno i volumi destinati ai ragazzi, sono stati i tascabili prima degli Einaudi Tascabali. E questo nome Gli struzzi, come spiega la nota editoriale “era troppo bello per non trattenere un’idea di futuro, e i titoli pubblicati troppo memorabili per non fare ponte con oggi”. Fra le tante opere ricordiamo Il maestro e Margherita di Bulgakov, Il partigiano Jonny di Beppe Fenoglio, ma anche la narrativa personalissima di Elsa Morante che con Gli struzzi pubblicò la prima edizione del discusso La Storia. L’ultimo libro della collana, appunto del 2009, fu Montanelli l’anarchico borghese. La seconda vita (1958-2001) di Sandro Gerbi e Raffaele Liucci.
I Greci e l’arte di fare i conti, che sarà disponibile dal 28 settembre, ci mostra un volto quasi del tutto sconosciuto della Grecia antica, quello della moneta e del collegato debito pubblico, degli Dei finanziatori dello Stato, ma anche determinati esattori dei propri interessi, del tesoro di Atene a Delo e della precisione contabile. Sono in arrivo anche Il segno rosso del coraggio di Stephen Crane, un classico della letteratura americana, tradotto da Michele Mari appositamente per Gli struzzi, accompagnato da un saggio di Joseph Conrad. L’occasione è il 150esimo anniversario della nascita dell’autore, morto giovanissimo nel 1900, che definì il suo libro “un ritratto psicologico della paura”.
Poi sarà la volta di Sergio Luzzato Giù in mezzo agli uomini. Vita e morte di Guido Rossa con il quale si dà inizio a una serie di ritratti di donne e uomini italiani. In questo caso, di Guido Rossa operaio comunista dell’Italsider assassinato dalle Brigate Rosse nel 1979, emerge la figura inedita di uomo coraggioso, uno dei migliori alpinisti italiani della sua epoca che ha affrontato le più alte cime del Nepal tenendo immerse le sue radici operaie nella lotta per la dignità dell’uomo.