a cura di Stefano Miliani
Con Il colibrì pubblicato dalla Nave di Teseo Sandro Veronesi si è aggiudicato il premio Strega 2020. Una vittoria netta dove lo scrittore pratese, già arrivato in pole position alla finale, ha mantenuto la testa fin dalle prime votazioni che via via procedevano con lo spoglio. Veronesi riesce dove finora solo Paolo Volponi era riuscito: aggiudicarsi il principale premio letterario italiano due volte. Aveva conquistato il riconoscimento del liquore nel 2006 con Caos Calmo, diventato poi un film diretto da Antonello Grimaldi e interpretato da Nanni Moretti. Come da tradizione, proclamato vincitore della serata chi deteneva lo scettro del 2019, Antonio Scurati, che salì metaforicamente sul podio su quel mega-romanzo così politico che era M, su Mussolini, sul fascismo e sugli italiani.
Ha condotto su Rai3 Giorgio Zanchini: ha guidato una serata dedisamente fuori dall’ordinario, perché mancava il consueto affollamento accaldato del pubblico, mancava il chiacchiericcio, nel Ninfeo del Museo Etrusco di Villa Giulia. Il giornalista, occorre dirlo, riesce a comunicare senza sembrare pedante, parla di libri senza cadere nella superficialità come accade spesso in tv. Oltre a Corrado Augias e a un rapido colloquio con il direttore del museo, Valentino Nizzo, il giornalista intervistato i sei autori in finale (altra anomalia rispetto ai cinque come accade di norma allo Strega) con cognizione di causa, entrando nei loro romanzi, e non è poca cosa. Oltre tutto non si è fatta rimpiangere la passerella di intervistati-lampo per dichiarazioni dove di norma conta chi parla, non cosa dice. In una situazione senza pubblico, quindi poco movimentata, Zanchini è stato misurato e agile: al di là di quanti saranno stati i telespettatori, la serata ci ricorda che la tv pubblica dovrebbe occuparsi più a fondo e più spesso di libri: è una faccenda di democrazia e di civiltà.
Diranno i critici letterari se ha vinto il romanzo più meritevole. Senza dubbio Il colibrì è stato il più apprezzato dai 605 votanti su 660: 200 le preferenze a suo favore, mentre Enrico Carofiglio, secondo arrivato, si è fermato a 132 con La misura del tempo pubblicato da Einaudi. Terza, sempre per Einaudi, Valeria Parrella con 86 voti con il suo Almamarina: gli strateghi dell’editoria avranno buon gioco a osservare come, per una casa editrice, non convenga avere due romanzi in finale, pur se non è sempre detto che simili strategie premino davvero.
Gli altri tre? Gian Arturo Ferrari al suo esordio narrativo dopo una vita da dirigente editoraile è arrivato quarto con Ragazzo italiano (Feltrinelli), 70 voti; Daniele Mencarelli è quinto con Tutto chiede salvezza (Mondadori), 67 preferenze; infine Jonathan Bazzi si è piazzato sesto con Febbre (Fandango Libri), 50 voti.
Il volatile del romanzo di Veronesi è il soprannome del protagonista, un oculista, che come ha detto il suo autore a Zanchini sa volare restando fermo. In questo scenario, il suo colibrì ha volato più lontano degli altri.
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A breve sapremo chi si berrà un bel sorso del liquore Strega nella veste di vincitore del più importante premio letterario italiano, quello dove già essere tra i finalisti aiuta molto le vendite. Dalle 23 dal Ninfeo nel Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma in diretta su Rai3 con la conduzione del giornalista Rai Giorgio Zanchini il vincitore verrà proclamato in una situazione insolita causa le misure anti-Covid: invece del consueto pienone di addetti ai lavori, giornalisti e via dicendo appena un’ottantina le persone ammesse.
Insolito anche il numero dei finalisti: sei invece di cinque perché il nuovo regolamento impone ci sia una casa editrice piccola o media e tra i primi cinque un’azienda così non era presente: la chiamano “clausola di salvaguardia”, finora mai applicata. Come già detto, appena una donna tra i finalisti. Il che rispecchia davvero la situazione dei romanzi usciti in Italia nell’ultimo anno?
Il presidente del premio Strega Stefano Petrocchi legge i primi risultati delle votazioni, che procedono a gruppi. Sandro Veronesi sembra prevalere nettamente. La proclamazione del vincitore arriverà intorno alla mezzanotte, più o meno. Antonio Scurati, vincitore del premio nel 2019, come da tradizione presiede la giuria. Al terzo blocco di votazioni Veronesi, che già vinse con Caos Calmo (solo Paolo Volponi ha fatto il bis della vittoria) rimane saldamente in prima posizione. Lo stesso Scurati passata la mezzanotte comunica quanti hanno votato: 605 su 660 con diritto di voto. Oltre il 90%.
Sandro Veronesi (già vincitore di uno Strega nel 2006 con Caos calmo) guida la sestina con Il colibrì edito dalla Nave di Teseo (210 voti). Secondi con 199 preferenze e lo stesso editore, Einaudi, sono Gianrico Carofiglio (che le notizie sul premio danno in ascesa e con buone chance, ma il corso delle votazioni non sembrano colmare la distanza) con La misura del tempo e Valeria Parrella con Almarina.
Segue l’ex dirigente editoriale Gian Arturo Ferrari con Ragazzo italiano (Feltrinelli), arrivato con un pacchetto di 181 voti. Quinto Daniele Mencarelli con Tutto chiede salvezza (Mondadori), 168 preferenze, vincitore tra l’altro del Premio Strega Giovani 2020, sesto Jonathan Bazzi con Febbre (Fandango Libri) , 137 voti.
La serata è in ricordo di Andrea Camilleri. Il tavolo della giuria e la lavagna dove vengono segnati i voti si spostano sulla balconata del Ninfeo dove il premio della Fondazione Bellonci (ora presieduta da Stefano Petrocchi) si è tenuto dal 1953 al 1962. Presiede il seggio il Premio Strega 2019 Antonio Scurati che vinse con il romanzo su Mussolini, M.