Peter Handke neo premio Nobel per la letteratura 2019 sul conflitto jugoslavo paragonò i serbi agli ebrei vittime dell’Olocausto, paragone assurdo e improponibile perché gli ebrei furono semplicemente e totalmente vittime, non uccisero e massacrarono nessuno. Lo scrittore austriaco arrivò a negare che la strage di Srebrenica era stata responsabilità dei serbi. Come ricorda Sian Cain sul Guardian lo scrittore “suggerì pubblicamente che i musulmani di Sarajevo si era massacrati tra loro e avevano incolpato i serbi negando il genocidio di Srebrenica”. Per queste sue gravissime affermazioni nel 1999si guadagnò l’appellativo di «coglione internazionale dell’anno» da Salman Rushdie e durissime critiche dalla scrittrice e saggista Susan Sontag
Di madre serba, nel 2006 Handke non solo andò ma tenne un discorso ufficiale al funerale di Slobodan Milošević, ex presidente della Serbia e della Jugoslavia formata da Serbia e Montenegro. Milošević, morì prima che il Tribunale penale internazionale dell’Aja lo mettesse a processo per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Il Nobel letterario del 2018 va a Olga Tokarczuk, del 2019 a Peter Handke
Il 12 luglio 1995 nell’arco di tre giorni agli ordini del generale serbo bosniaco Ratko Mladic a Srebrenica, a maggioranza musulmana, i soldati massacrarono ottomila bosniaci musulmani, donne e bambini e vecchi compresi. È il massacro più grave avvenuto in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale. I serbi e i bosniaci praticarono una vera pulizia etnica contro i musulmani in Bosnia nella guerra dell’ex Jugoslavia e Milošević appoggiò i serbi bosniaci che volevano annettersi alla Serbia.
Per le posizioni di Handke l’associazione Madri di Srebrenica, scrive l’Agenzia Nova, chiederà all’Accademia delle scienze di Stoccolma di revocare il premio ad Handke.
Secondo il sito Klix, le donne oggi 11 ottobre inviano una lettera a Stoccolma. Per la presidente Munira Subasic “una persona che ha difeso i macellai balcanici non può essere insignita di questo premio, il Nobel è stato assegnato a una persona che ha difeso coloro che hanno commesso il genocidio”.
Per il rappresentante musulmano nella presidenza tripartita bosniaca Sefik Dzaferovic ha affermato che “l’Accademia svedese ha perso completamente la bussola morale”, riferisce sempre Agenzia Nova.