Margaret Atwood grazie alla sua penna è diventata un fenomeno culturale come lo sono stati i libri su Harry Potter con un’attesa per un nuovo libro simile – se permettete il paragone – a quella per un nuovo iPhone o per una popstar. Esce il 10 settembre, in Italia e nel mondo, con un lancio a Londra alla mezzanotte tra lunedì 9 e martedì 10 settembre, I Testamenti (Ponte alle Grazie editore, pp. 320, euro 18), sequel del romanzo distopico diventato una saga tv Racconto dell’ancella su un regime politico misogino dove le donne sono prigioniere del ruolo di riproduttrici della specie a cui non possono ribellarsi: il regime dittatoriale e teocratico di Gilead è spietato e la distopia, con l’avvento di personaggi come Trump al potere, è risuonata pericolosamente vicina alla realtà che stiamo vivendo.
Prima dell’uscita del romanzo la scrittrice canadese sarà, giovedì 5 alle 19.15, a piazza Castello al Festival delle letterature di Mantova in un incontro intitolato “Se la realtà supera la fantasia”, a cui partecipa l’argentino-canadese Alberto Manguel e dove, sul tavolo della discussione, saranno portati la questione femminile, l’emancipazione delle donne e prevedibilmente quanto oggi i diritti conquistati anche in Occidente siano di nuovo a rischio.
Che si parli di un lancio internazionale in grande scala lo conferma l’appuntamento londinese: la libreria Waterston di Piccadilly a Londra a mezzanotte di lunedì inizierà a vendere The Testaments, appuntamenti simili soni in calendaroi nel resto della Gran Bretagna, in Canada e negli Stati Uniti. A Londra le acquirenti – fan sono invitate a vestirsi come le ancelle nella saga, con mantelli che le coprono integralmente fino ai piedi e i cappelli bianchi a coprirle la capigliatura.
I Testamenti, raccontano le notizie finora pubblicate, parte dalla fine del Racconto dell’ancella, laddove Difred viene infilata in un furgone e non sa quale sia il suo destino: sarà liberata? Verrà uccisa? Verrà imprigionata? L’hanno presa membri della resistenza al regime totalitario o sono agenti segreti del regime stesso? Nel romanzo Difred pare condannata alla prigionia, ma naturalmente la storia non finisce qui. E a Gilead tre donne scrivono in tre testamenti cosa è stata la loro vita di costrizioni e mancanza di libertà per volere di una società opprimente.
Sulla trama gli editori hanno mantenuto il riserbo totale, pochissimi hanno letto il manoscritto originale con una strategia editoriale molto chiara, l’autrice non ha lasciato trapelare praticamente niente. Riferisce il Guardian una frase della Atwood che rivela ben poco: “Tutto quanto mi avete chieto su Gilead ha ispirato questo libro. Beh, quasi tutto. L’altra ispirazione viene dal mondo in cui viviamo”.
Al di là delle tattiche editoriali globali, autrice di oltre 50 libri di narrativa, poesia e saggistica, con un milione e 900mila followers su Twitter, 79 anni, Margaret Atwood tra l’altro sa e ha saputo cogliere cosa covano le società sotto le pieghe della vita quotidiana con acume raro. Al Guardian l’editrice Liz Calder non svela niente della trama se non che Testamenti “non rappresenta l’opera di una scrittrice che potrebbe essere alla fine della carriera ma raggiunge la sua vetta, è stupefacente”.
Occorre tenere a mente che argomenti e prospettive per Margaret Atwood si allargano e non sono solo a temi sul femminile: data più volte come possibile vincitrice del Nobel, l’autrice canadese ha scritto con una fantasia elaborata e inquietante di mutanti, di disastri climatici, della crisi della fertilità in occidente, di ingegneria genetica, di organi umani fatti crescere nei maiali. “È sempre prima del tempo. Ogni romanzo tratta di qualcosa a cui le persone si interesseranno mezz’ora dopo”, esclama al quotidiano britannico Carmen Callil, fondatrice della casa editrice per libri di donne Virago Press che per prima pubblicò la scrittrice in Gran Bretagna a metà anni ’70. Il racconto dell’ancella uscì nel 1985.