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Viareggio Rèpaci da Trevi alla poetessa trans, premi senza pregiudizi

Hanno vinto anche Minore e Ricci e, per l’esordio, Giovanna Vivinetto. Riconoscimenti a Scalfari, Muti, Bellocchio, Cassese, Gino Paoli

Viareggio Rèpaci da Trevi alla poetessa trans, premi senza pregiudizi
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26 Agosto 2019 - 00.11


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Sembra di intravedere una vena di dissenso culturale profondo rispetto all’andazzo corrente, nella terna dei premi “Viareggio Rèpaci” assegnati sabato sera al Principino nella città tirrenica: hanno vinto la novantesima edizione Emanuele Trevi con Sogni e favole (Ponte alle Grazie) per la narrativa, Renato Minore con O caro pensiero (Nino Aragno editore) per la poesia, Saverio Ricci con Tommaso Campanella. Apocalisse e governo universale (Salerno editrice) per la saggistica. Da segnalare il Premio Viareggio Opera Prima: Giovanna Cristina Vivinetto con la raccolta poetica Dolore minimo (Interlinea), poetessa trans che nei testi esplora il suo percorso (qui la notizia sul libro). Mentre le trans vengono respinte dall’Egitto e subiscono altre discriminazioni, è giusta una scelta che prescinda dal genere sessuale di chi scrive e si basi esclusivamente sul testo. Presiedeva la giuria Simona Costa.

Significativi, politicalmente (nel senso ampio di politica) e cultura i riconiscimenti speciali per i 90 anni del premio presentati da Walter Veltroni mentre lo scrittore Paolo Di Paolo ha condotto la serata: il Premio Speciale Viareggio 90 è andato al direttore d’orchestra Riccardo Muti, il Premio Giornalistico a Eugenio Scalfari (non poteva esserci e al suo posto ha ritirato per lui il premio Luigi Vicinanza, condirettore editoriale di Gedi News Network, il gruppo editoriale che ha Repubblica), il Premio del Presidente della Giuria è andato al giurista Sabino Cassese, il Premio Città di Viareggio al cantautore Gino Paoli, il Premio internazionale « Viareggio-Versilia» al regista Marco Bellocchio.

Con una sorta di narrazione filosofica Sogni e favole di Trevi ricostruisce una passeggiata in una Roma di pioggia e freddo, nel centro antico, dove lo scrittore parla di tre personalità del ‘900 scomparse che lo hanno influenzato e che erano legate a quelle strade: la grande irregolare poetessa Amelia Rosselli, che fu amica dello psicanalista Mario Trevi, padre di Emanuele, il fotografo Arturo Patten, che è stato amico del narratore, il critico letterario Cesare Garboli, che fu presenza importante del premio versiliese e che chiederà a Trevi di studiare “Sogni e favole”, sonetto di Pietro Metastasio, romano, popolano, poeta e librettista vissuto dal 1698 al 1782, quando morì a Vienna.

Di Renato Minore, critico letterario del Messaggero che ha insegnato alla Luiss, nell’introduzione al libro edito da Nino AragnoRaffaele Manica scrive: “Il pensiero è «caro» proprio nell’accezione leopardiana (ricordiamo di passaggio che del recanatese Minore è stato partecipe biografo), caro come il colle, come la beltà, la luna, lo sguardo e tante altre cose, soprattutto gli inganni e l’immaginare; ma in un tempo – il nostro, e non da poco tratto – in cui le cose si definiscono per il prezzo, «caro» vorrà dire anche che il pensiero è costoso, nel senso che grava nei moti dell’anima e nei ricettacoli della memoria, diventando perfino un inciampo nello stare al mondo”.

Infine su Campanella, filosofo, teologo, poeta e frate domenicano nato nel 1568 a Stilo in Calabria e morto nel 1639 a Parigi: con il suo libro Ricci indaga la sua originalità di pensiero. “La vocazione filosofica gli aprì la strada alla riflessione politica, che avrebbe percorsa attraverso la durissima prova della carcerazione più che ventennale, inflittagli per il preteso disegno di congiura anti-spagnola in Calabria, fino alla riconquistata libertà e riabilitazione, prima nel seguito infido di papa Urbano VIII, e poi nella Francia di Richelieu, dove arrivò a veder nascere il re Sole, e a profetarne l’avvenire. Per la maggior parte della sua esistenza, Campanella visse malsane prigioni e corti barocche, scenari assai contrastanti di una biografia intellettuale tutta intessuta di contrasti, anche “interni””, riferisce una scheda editoriale di unilibro.it .

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