di Delia Vaccarello
Quanto vale una lacrima? La piccola Rosalia è una bambina speciale che non conosce il pianto, passeranno degli anni prima che una sola stilla le inumidirà le ciglia. E sarà per se stessa e per l’intera città di Palermo l’inizio della salvezza. Rosalia Picciridda (edizioni “ideestortepaper”, pp. 44, 14,00 €) è una favola illustrata per bambini, che ha molto da dire all’animo degli adulti, la storia è scritta da Laura Lombardo e illustrata da Nina Melan. Ed è la storia laica di una trasformazione, di una salvezza dovuta al potere rivelatore delle lacrime.
Rosalia picciridda prende in prestito da Santa Rosalia, patrona di Palermo, alcuni tratti: quello di essere una rosa senza spine, e l’altro di aver salvato la città dalla peste. Ma la salvezza non giunge come una epifania, la picciridda non è la santa. Non appare ai semplici, non indica dove sono le sue spoglie, che poi portate in processione libereranno la città dal Male incoronandola definitivamente patrona. No, Rosalia picciridda ha la grazia terrena del gioco, dell’allegria, della generosità, della poesia che le fa istoriare con i versi le facciate barocche o arabe della bella Palermo. Però…. la picciridda è troppo allegra, nel senso che è solo allegra, il suo dolore non ha espressione, resta trattenuto, tumulato, come un interdetto ad essere se stessa. Come non pensare alle aspettative riversate sui bimbi oggi, come non pensare quanto spesso li si trasforma in emblema di gioia rassicurante, assoluta? Col risultato di ingabbiarli in ruoli senza fiato, in abitucci emotivi striminziti. Le lacrime di Rosalia, alfine giunte, incrinano il ”come tu mi vuoi”, saranno momento di autenticità, vera conquista per una ragazzina.
La prosa è semplice ed è efficace, le illustrazioni sono avvolgenti, il tratto fine ritrae i balconcini dalle ringhiere barocche, i portoni, le edicole di una città enigmatica, i disegni ci trascinano e le parole ci avvolgono in una storia di scoperta.
Rosalia picciridda parte da una mancanza che non appare tale e approda all’espressione del dolore e di se stessa: le lacrime hanno il potere di traghettarla oltre i limiti previsti per lei. Prendiamocele tutte noi lettori queste lacrime, amiamole con il carico di dolore e gioia che sanno dare. “Le lacrime sono il riconoscimento di sé – dice Laura Lombardo – dell’autenticità dopo una vita di sorrisi e paraventi. Il pianto di Rosalia è uno specchio, e quello che si vede può piacere, ma anche no, può essere tremendo. Ma è essenziale”.
La nuova casa editrice “ideestortepaper”, che pur nata da poco ha robusta una vocazione visionaria e si annuncia munifica di idee originali, ha dato alla luce anche la “Botanica fantastica”, con acquerelli di Rosa Lombardo e testi e disegni a china di Nina Melan.
Ha al suo attivo anche i librerni, quaderni con racconto breve nei risvolti di copertina. Nel librerno “Nonna Marì”, in copertina ci sono i quattro canti di Palermo vergati dal tratto di Nina Melan. Il racconto firmato da Laura Lombardo affronta il tema della ricerca delle origini e ruota intorno alla figura di una donna estranea eppure familiarissima incontrata ai quattro canti, crocevia storico di Palermo che funziona da confine intrigante per una città che di confini ne ha molti e strani: il mare, le porte, i fiumi, i misteri….. L’incontro con la nonna “sconosciuta” è anche una illuminazione fulminea, che ha il sapore del ritrovarsi e del rinnovarsi: perché, come scrive con sapienza Laura Lombardo, “ riconoscersi è un attimo, gli affini non hanno bisogno di tempo”.