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All'inseguimento di omofobi e razzisti con il sorriso di Joe Lansdale

Nel "Sorriso di Jackrabbit" il romanziere texano ripresenta la sgangherata e divertente coppia di investigatori Hap & Leonard. Tra battute irriverenti (com'è lui) e una pericolosa setta religiosa

All'inseguimento di omofobi e razzisti con il sorriso di Joe Lansdale
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21 Settembre 2018 - 11.07


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Rock Reynolds

Un nuovo romanzo di Joe R. Lansdale sarebbe una notizia se la produzione dello scrittore texano non fosse sterminata com’è. Eppure, ogni volta che un nuovo titolo viene dato alle stampe, la curiosità ha il sopravvento. Stavolta, è l’ultimo capitolo della fortunata saga di Hap & Leonard, forse la coppia di investigatori privati semiprofessionali più sgangherata e divertente che sia mai stata creata da un noirista. Il nuovo episodio si intitola Il sorriso di Jackrabbit (Einaudi, traduzione di Luca Briasco, pagg 250, euro 17,50). Conosco Joe Lansdale da quindici anni e, praticamente fin dal nostro primo incontro, avvenuto a Trieste in occasione di un festival del noir, tra di noi è nata un’amicizia. Un racconto che aveva donato al quotidiano “Il Piccolo” non venne mai pubblicato, vuoi per la lunghezza eccessiva, vuoi, soprattutto, per quello che era ritenuto un uso eccessivo di espressioni poco auliche. “Pensavano che io fossi una specie di autore di testi del catechismo?” fu la sua prima reazione. Anche questo me lo rese simpatico.
Meglio la pizzeria dei notabili
Un paio d’anni dopo la simpatia crebbe a dismisura quando, a Ravello, dov’era ospite d’onore della parte letteraria del festival locale, la persona che lo aveva invitato gli propose di andare a cena in un ristorante fighissimo, super-esclusivo, con i notabili del posto e il sottoscritto (nelle vesti di interprete), ma non, udite udite, con la moglie e la figlia, dato che la cena sarebbe stata a carico dei suddetti notabili e il conto sarebbe stato salatissimo. Peccato che Joe e famiglia fossero appena giunti dal Texas Orientale appositamente per quell’evento. Curiosi di sapere come andò a finire? “Quella pizzeria all’angolo… Che dici? Non mi sembra male…” Insomma, l’avrete capito: la cena organizzata dai notabili per l’ospite d’onore si svolse senza l’ospite, che si mangiò una pizza con moglie e figlia e con il sottoscritto. Anche questo è Joe Lansdale, un uomo tutto d’un pezzo, un fine prosatore strappato all’agricoltura.
“Sono nato contadino e contadino resto”, gli piace sempre dire. E anche noi ne siamo contenti, soprattutto perché, malgrado tutto, riesce ancora a tirare fuori qualche zampata vincente dal suo mirabolante cilindro.
Hap & Leonard: così pasticcioni, diversi, amici
In più di una occasione ho dichiarato che non sono un fan della serie di Hap & Leonard, che peraltro considero due personaggi eccezionali. Come si fa a non voler bene a questi due pasticcioni e al loro papà? Hap, modellato a immagine e somiglianza di Joe, è bianco, eterosessuale, democratico e progressista. Leonard, suo amico per la pelle, è nerissimo, repubblicano, gay e un po’ retrogrado. E tra i due regna un’armonia tutta texana. Si prendono amabilmente per i fondelli, talvolta litigano di brutto e quasi vengono alle mani, ma, quando si tratta di esserci l’uno per l’altro, l’amicizia è la prima cosa. “Hap è sostanzialmente il sottoscritto” dice Joe. “Diciamo che ho decisamente meno la tendenza a cacciarmi nei guai, ma Hap mi assomiglia parecchio. Leonard, invece, è un mix di varie persone che ho realmente incontrato. Dare a un nero caratteristiche improbabili come quelle che lo rappresentano mi è parso un espediente narrativo interessante e la popolarità della serie sembrerebbe darmi ragione. Credo che scriverò ancora un capitolo della serie e poi mi prenderò una pausa. L’ho sempre fatto. Il che non significa che non scriverò altri libri con Hap e Leonard. Sarei sciocco se li mettessi in naftalina, ma ho bisogno di prendermi una piccola pausa.” Se dovesse servire a scrivere un altro capitolo così divertente e interessante, noi sottoscriveremmo questa dichiarazione di intenti. Anche perché così Joe potrebbe dedicarsi alla stesura di un altro tipo di romanzo. In fondo, sono convinto che Joe Lansdale non abbia assolutamente esaurito la sua vena creativa.
Battute divertentissime e una setta bizzarra
Forse, è proprio la mancanza, almeno in certi episodi, di una vera storia ad avermi talvolta reso tiepido nei riguardi di Hal e Leonard. Il capitolo precedente, per esempio, Bastardi in salsa rossa, non mi ha convinto del tutto. Il sorriso di Jackrabbit, invece, è tutta un’altra musica. Senza mai mettere da parte i dialoghi tra i due amici e gli altri protagonisti, infarciti delle battute divertentissime che rappresentano da sempre la prima carta vincente della saga e della poetica di Joe più in generale, la vicenda centrale de Il sorriso di Jackrabbit consente all’autore di incastonare un tema a lui molto caro sul classico canovaccio dei due simpaticoni. Stavolta, Hap (che ha appena formalizzato la sua unione matrimoniale con la storica fidanzata Brett, ora pure direttrice dell’agenzia investigativa) e Leonard devono scovare una ragazzina che non si sa bene se si sia allontanata da casa volontariamente o sia stata rapita. La facoltosa madre e il fratello della ragazza, Jackrabbit, appunto, hanno parecchia disponibilità liquida ma pure un atteggiamento poco chiaro. Ciò che Hap e Leonard sanno è che il padre ha abbandonato il tetto coniugale per rispondere alla superiore chiamata del Signore, trasformandosi in una sorta di predicatore d’assalto, come ce ne sono tanti negli Stati Uniti, soprattutto nel Sud. E il Texas Orientale è l’estremo lembo occidentale del Profondo Sud. “Il mio Texas non è affatto quello delle sterminate pianure riarsi, semi-desertiche, raccontato da tanta cinematografia western. Il mio Texas è dominato da boschi, fiumi e paludi. Ed è Sud più che West.” Più chiaro di così. Un po’ meno chiaro, anche perché non è certo mia intenzione svelarvi nulla, è con cosa si troveranno realmente alle prese i due amici per risolvere il caso. Posso solo dire, essendo indicato sulle note di copertina della versione americana tanto quanto italiana, che dovranno vedersela con una specie di bizzarra setta evangelica, quella degli uomini lucertola.
Fanatismo, razzismo, omofobia
Come dicevo, sugli scambi serrati di battute di Hap e Leonard si incastonano tematiche da sempre care a Lansdale: fanatismo religioso di stampo evangelico, razzismo, omofobia. Insomma, la società degli uomini con le sue storture. Ancora una volta Joe fa centro e lo fa con i suoi soliti ingredienti migliori. Se non riuscite quanto meno a sorridere – anche se ho la sensazione che in alcuni momenti dovrete stringervi lo stomaco per non morire dal ridere – significa che vi si è inaridito il cuore. E, francamente, non credo sia possibile neppure nel peggiore dei casi umani.

 

 

 

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