Lo scrittore Haruki Murakami vuole essere escluso dal premio letterario alternativo al Nobel che, quest’anno, salta un giro a causa di uno scandalo di molestie che ha investito il marito di una giurata, un fotografo, e ipotesi di fondi dirottati là dove non dovevano essere dirottati. Il nuovo premio organizzato dall’Accademia svedese ha chiesto il voto a un centinaio di svedesi culturalmente rilevanti per non far passare sotto silenzio la letteratura per scegliere quattro nomi per la corsa finale: il britannico Neil Gaiman, la romanziera della Guadalupa Maryse Condé, Kim Thúy, canadese di origini vietnamite e, appunto, Murakami.
Da questo quartetto una giuria di esperti dovrebbe decretare il vincitore entro ottobre. Gli organizzatori hanno rivelato però che l’autore giapponese ha declinato la candidatura con una e mail: era onorato ma “preferisce concentrarsi sulla scrittura, a distanza dall’attenzione dei media”. L’Accademia è dispiaciuta ma rispetta la sua decisione. Cos’altro può fare? Più media maliziosamente osservano che il ritiro dello scrittore potrebbe avere anche un’altra motivazione: dato più volte come candidato al Nobel ufficiale, sa che un’eventuale vittoria nel premio alternativo potrebbe concretamente precludergli il riconoscimento letterario più ambito. È tuttavia una supposizione.
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