I mali della guerra, del razzismo, dei pregiudizi raccontati ai ragazzi in modo avvincente e con disegni d’autore carichi di fantasia? Si può.
Se scriviamo “batracomiomachia” più d’uno probabilmente si chiederà di cosa si parli o cerca sul web cosa significhi. Con altrettanta probabilità, ci siamo imbattuti tutti o quasi in questo apologo in forma di fiaba. È la “Guerra dei topi e delle rane”, favola dalla Grecia antica in versi per alcuni composta da Omero nel VI secolo a.C. che racconta di un confitto con una morale chiara: la distruzione e nessun vincitore, tutti perdono alla fine. La Ippocampo Edizioni ha appena dato alle stampe nel ramo “Ragazzi” “La battaglia delle rane e dei topi. Da Omero” (45 pagine, 19,90 euro, cartonato, per ragazzi dai 6 ai 9 anni) in un adattamento illustrato per raccontare “l’inutilità della guerra, il razzismo che la fomenta e le conseguenze terribili che i conflitti hanno sui soggetti coinvolti e sull’ambiente che li circonda”.
Artista, scenografo, designer e (il che stupisce), schermidore, Daniele Catalli, con Claudio Malpede, “ha adattato e corredato di immagini il libro a partire dalla Batracomiomachia, impreziosendolo in ogni sua pagina con tagli laser che scandiscono i diversi episodi della battaglia”, informa la Ippocampo. Che riassume così la vicenda: “In seguito a un malinteso, il re dei topi dichiara guerra a quello delle rane. Ciò che ne deriva è una serie di devastazioni assolutamente evitabili che non lasciano scampo a nessuno dei due improbabili eserciti”. Non c’è neanche bisogno di elencare rimandi all’oggi, e a ogni tempo. Pertinente la citazione ripresa dallo scrittore William Golding: “Se c’è una cosa che si impara dalla Storia è che nessuno impara mai dalla Storia”. Ha curato l’edizione italiana Fabrizio Ascari.
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Una doppia pagina da “La battaglia delle rane e dei topi” di Daniele Catalli, Ippocampo Edizioni