Cristina Astori continua a frequentare vampiri. Nel senso che la scrittrice nata nel 1974, che esordì nel 2006 con la raccolta di racconti horror “Il re dei topi e altre favole oscure” dopo una graphic novel, l’autrice che vede in Joe R. Lansdale una fonte di ispirazione e lo vorrebbe come “zio” putativo, è tornata con un romanzo in cui i succhiatori di sangue spargono paura e ombre inquietanti. È “Tutto quel buio” (Collana Scatti, pagine 256, euro 17,50), che presenta venerdì 30 marzo alle 20.30 al Cinema Trevi nel Vicolo del Puttarello, 25 a Roma insieme a Steve Della Casa, critico cinematografico acuto di “Hollywood Party”, Radio 3) dopo la proiezione, dalle 19, di “Nosferatu il vampiro” di Friedrich Wilhelm Murnau (1922, 81’) con accompagnamento musicale a cura di Caterina Palazzi Zaleska.
La trama del nuovo romanzo della scrittrice astigiana? Riferiamo come la riassume la casa editrice romana: “Susanna Marino, una studentessa squattrinata laureata in cinema, viene incaricata da un misterioso collezionista torinese di ritrovare una preziosa pellicola degli anni Venti, scomparsa durante l’occupazione nazista. Il regista è l’ungherese Károly Lajthay, il titolo Drakula halála. Si dice infatti che sia questo, e non il Nosferatu di Murnau, il primo film in cui compare il personaggio di Dracula di Bram Stoker; nessuno però è mai riuscito a trovarlo, o, se l’ha fatto, non l’ha potuto raccontare.
La pellicola pare infatti maledetta, e una mano misteriosa uccide chiunque tenti di venirne in possesso. Una volta giunta a Budapest, Susanna dovrà muoversi in una città dalle atmosfere espressioniste, tra tetti acuminati e oscuri sotterranei, in mezzo a cacciatori di pellicole privi di scrupoli, poliziotti sospettosi e ambigui musicisti noise, lungo una pista di sangue che affonda le radici in un tragico passato”.