Questa è una delle esercitazioni svolte dalle studentesse e dagli studenti che stanno frequentando il laboratorio di giornalismo, tenuto dal Professore Maurizio Boldrini. Sono da considerarsi, per l’appunto, come esercitazioni e non come veri articoli.
di Maria Teresa Volpe
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha dimostrato ancora una volta il suo grande senso del dovere e della responsabilità insieme alla sua congenita inclinazione all’umiltà. Infatti, dopo aver appreso che il Freccia Rossa su cui viaggiava era in ritardo di due ore, il generoso ministro ha deciso di non far perdere tempo ai cittadini che erano in trepida attesa di lui e delle sue illuminate parole.
In un improvviso moto di coraggioso altruismo ha chiesto al capotreno di fermare il mezzo in una stazione di passaggio, per scendere e proseguire in auto verso la sua fatale destinazione.
Fra l’altro il gesto, che ha evitato di far emettere circa 20 tonnellate di CO2 nell’atmosfera, è stato accolto con grande favore anche dagli ambientalisti e, comunque, ha suscitato l’ammirazione di tutti, prova concreta di come il ministro Lollobrigida sia sempre pronto a mettersi al servizio del Paese con la sua sconfinata sensibilità.
Poi c’è la solita stampa che vive di pettegolezzi e che continua a insinuare che Lollobrigida abbia agito per vantaggi personali, tirando ina ballo l’insipida storiella della parentela con la Presidente del Consiglio e lo sfruttamento della sua posizione per ottenere un trattamento privilegiato.
Cari giornalisti prezzolati, “lui”, non lo ha mai fatto. Bastava guardare come i pendolari, costretti ogni giorno in ritardi e disagi, in quell’occasione, siano stati felici di prostrarsi con sacrificio del loro tempo, dei loro appuntamenti, davanti all’altare di un “padre della patria” come Lollobrigida, vero esempio di civica virtù.
La “nuova” democrazia passerà proprio per la stazione “Lollobrigida”?
