Questa è una delle esercitazioni svolte dalle studentesse e dagli studenti che stanno frequentando il laborato di giornalismo, tenuto dal Professore Maurizio Boldrini. Sono da considerarsi, per l’appunto, come esercitazioni e non come veri articoli.
di Volpe Maria Teresa
È mattino presto, il cielo ha delle sfumature di rosa e arancione, ma la sua bellezza è in contrasto con quello che sta accadendo. Le strade sono piene di ruderi e polvere ma lo sgomento che mi attanaglia non sembra scalfire i palestinesi che appaiono addirittura sereni nel vedere qualcuno più interessato alla loro routine quotidiana, oramai spezzata, che al conflitto in sé’ stesso. Le strade sono affollate da giovani e giovanissimi che, con sguardo determinato, rappresentano una generazione che vuole cambiare il destino della propria terra.
Il mercato, una volta considerato il cuore pulsante della città, luogo di scambi e sorrisi, animato da voci squillanti, adesso è inondato dal frastuono della guerra. È una giornata molto calda, il sole picchia forte, mi immergo nella vita quotidiana attraverso gli occhi di passanti.
In un angolo del mercato incontro Hila, una giovane venditrice di prodotti alimentari locali che ha ereditato l’attività di famiglia. Determinata e coraggiosa ci parla di quanto sia difficile gestire la sua mobile bancarella in tempi così difficili. Mentre racconta mi offre una specialità palestinese: Maqloubeh, chiamato anche riso rovesciato. Lo accetto e mentre lo assaggio mi soffermo con lo sguardo sulle sue mani veloci e abili e mi accorgo delle ancora fresche cicatrici che ha sul dorso e che proseguono lungo il braccio. La guerra ha lasciato il segno. Poco più in là Incontro Maya, madre di quattro figli, che ha visto la sua casa distrutta per sempre. La sua voce tremante fa capire quanta sofferenza e fatica ci sia nel vivere in un luogo dove la normalità è un lusso.
Yosef, giovane palestinese che da sempre ha lottato per un futuro migliore, è cresciuto tra la guerra e le speranze spezzate. Mi confida le sue ragioni e la sua visione della situazione. Le sue parole trasmettono fervore ma lasciano trapelare le cicatrici che questo conflitto lascerà. È con lui che riesco a addentrarmi nel deserto di Gaza e assistere all’addestramento dei combattenti di Hamas. Dai loro volti si evince la determinazione nel difendere la propria terra ma anche la consapevolezza di una lotta che va oltre il campo di battaglia. Gaza è scenario di una realtà complessa, in cui la resistenza si scontra con il predominio soffocante dello scomodo vicino e la sorte di una popolazione che rimane in bilico tra la speranza e l’angoscia.
Il sole è oramai tramontato e il cielo ha delle sfumature di colori intensi sul blu, la notte porta con sé la speranza di poter rivedere l’alba ma i rumori che si sentono sono quelli delle bombe che continuano ad ammucchiare rovine su rovine: materiali, fisiche e psicologiche. La Palestina è determinata a finire questo incubo il più presto possibile. È pronta a scrivere un nuovo capitolo di resistenza.
Il mondo osserva in irrispettoso silenzio!