Questa è una delle esercitazioni svolte dalle studentesse e dagli studenti che stanno frequentando il Laboratorio di giornalismo, tenuto dal Professore Maurizio Boldrini. Sono da considerarsi, per l’appunto, come esercitazioni e non come veri articoli.
di Tyb Dimitri
Diretto da Richard Brooks, e premiato con l’oscar, L’ultima minaccia è un dramma che ripercorre un momento chiave del giornalismo indipendente negli Stati Uniti. La pellicola mette in risalto la lotta del direttore di un quotidiano americano contro l’acquisto del suo giornale da parte di un gruppo d’affaristi disonesti. L’anima del film sono due attori vincitori dell’Oscar: Humphrey Bogart che interpreta Ed Hutcheson ed Ethel Barrymore che interpreta Margaret Garrison. Ambientato durante il periodo della Guerra Fredda, la pellicola si concentra sulla difesa della stampa libera.
La sceneggiatura è opera dello stesso Richard Brooks ed è intelligentemente ben strutturata per un film di quell’epoca. I dialoghi sono ben pensati e di grande impatto. La narrazione è ben fatta però, la storia non è avvincente, né coinvolgente: l’attenzione è tutta sul protagonista e sappiamo molto poco sugli altri personaggi. Questo può far coinvolgere meno alcuni spettatori.
Bogart interpreta il suo personaggio alla perfezione. Incarna perfettamente quel direttore appassionato e determinato che conosce a fondo il suo mestiere di giornalista ed è pronto a tutto per combattere e salvaguardare il suo giornale anche a costo di sacrificare la sua vita personale e affrontare un doloroso divorzio. Ethel Barrymore, nel ruolo di Margaret Garrison, nonostante all’inizio sembrasse convinta dalle figlie a vendere il giornale, finì per cambiare idea e decise di preservare l’eredità del defunto marito dando al film una spinta di speranza. Anche Kim Hunter brilla con finezza nel personaggio di Nora Hutchenson, la moglie divorziata di Ed, portando un tocco di sensibilità e fragilità al dramma. Senza dimenticare Ed Begley, che aggiunge carisma alla storia interpretando il ruolo di Franck Allen: un losco imprenditore che crede di poter comprare e avere tutto con i suoi soldi, compresa la stampa.
Richard Brooks ha realizzato una produzione in bianco e nero piuttosto corretta per quell’epoca, fedele al suo stile e al suo movimento progressista. La regia gli ha permesso di girare scene interessanti che ci trasportano nell’ambiente e sulle pressioni quotidiane dei giornalisti del suo tempo.
Nonostante l’assenza di una colonna sonora originale in alcune scene appesantisca la storia, i ticchettii, delle macchine da scrivere, i rumori delle stampanti e delle auto, trasportano lo spettatore nell’atmosfera dell’epoca. L’ultima minaccia affronta con coraggio per l’epoca i temi della libertà di stampa e dei giornalisti di fronte agli abusi di potere negli Stati Uniti. Contribuendo così alla lotta per rendere la stampa libera e indipendente.
L’Ultima minaccia è un film importante sia per la tematica che per la sua realizzazione nel 1952. Il ruolo e l’interpretazione di Bogart sono l’anima della pellicola. Ed, con il suo fiuto giornalistica e la sua esperienza, si vestirà nei panni di un detective per smascherare i truffatori e impedire la vendita del suo giornale. Tra i punti di forza ci sono le scene che sono ben girate e rendono la storia solida e coinvolgente per gli spettatori. Tra i punti di debolezza invece troviamo la mancanza di empatia ed emozione da parte dei personaggi, che ha reso la storia pesante e meccanica in certi momenti.
Con questo film, Richard Brooks ci offre un dramma storico sul giornalismo indipendente, reso iconico dalla straordinaria interpretazione di Bogart e la sua famosa battuta finale: “È la stampa, bellezza, la stampa e tu non ci puoi far niente”. Un film che consiglio vivamente a chi è interessato alla storia, al giornalismo e alla libertà di espressione.