“Stress in adolescenza e alcol: interrompere il ciclo per sentirsi meglio”, questo il titolo del talk tenuto presso il complesso museale di Santa Maria della Scala in occasione della Bright Night che affronta un tema purtroppo sempre più comune: il consumo di alcolici da parte degli adolescenti. A tenerlo la dott.ssa Vittoria Borgonetti del Dipartimento di Medicina Molecolare e dello Sviluppo. Come spiegato il consumo di alcolici da parte dei più giovani sarebbe causato in buona parte da pressioni di varia natura. Si va da quelle sociali fino ad arrivare a quelle scolastiche. L’alcool, dunque, sarebbe visto come una valvola di sfogo e una risposta allo stress.
Secondo gli ultimi studi l’età in cui si inizia a bere è di 13 anni, sebbene altri convengano che sia 11, mentre la maggior parte dei 15enni, il 57%, ha assunto alcolici. Gli effetti a breve termine sono quelli più ricercati: la “distensione” momentanea esperita assieme alla voglia di “staccare la spina” le molle principali per la maggior parte degli adolescenti. Ma quelli che vengono ignorati sono invece gli effetti a lungo termine.
Consumare alcool tra gli 11 ai 18 anni causa infatti alterazioni nello sviluppo cerebrale, una crescita non ottimale e la compromissione della carriera scolastica, oltre a potenziali comportamenti pericolosi e antisociali. Un consumo perpetrato nel tempo può inoltre ledere il sistema endocannabinoide, fondamentali per regolare funzioni come sonno, appetito, dolore e umore.
Nel corso del talk sono stati poi presentati dei dati preliminare riguardanti due studi in corso. I primi lasciano pensare che un consumo precoce di sostanze alcoliche favorisca l’insorgenza di dolore cronico da adulto, i secondi che possa addirittura alterare il corredo genetico attraverso meccanismi epigenetici, alterazioni potenzialmente trasmissibili ai propri figli.