La denatalità è causata da questioni culturali o economiche? È con questa domanda che si è aperto il talk “PrenderSI cura della Fertilità” tenuto dalla dott.ssa Laura Governini. Un quesito impellente su cui bisognerebbe interrogarsi seriamente, considerando che il 2024 è stato l’anno che ha fatto contare meno nascite dal 1945. Con questo ritmo, spiega Guerini, il rischio è di arrivare al 2050 con una popolazione che conta 300 anziani ogni 100 giovani.
Tuttavia, stando agli studi, il 69% dei giovani vorrebbe un figlio. Ciò porta a ipotizzare che le dinamiche economiche giochino un ruolo cruciale all’interno della questione. C’è poi da puntualizzare che l’età media in cui una donna partorisce il primo figlio va via via aumentando: a oggi è di 32 anni, ma va tenuto presente che queste subiscano un importante calo della fertilità dopo i 35. Anche gli uomini, ovviamente, sono soggetti a tali dinamiche, ma non in modo così marcato.
L’altra grande questione riguarda poi l’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole. L’Italia, purtroppo, è tra i paesi fanalino di coda dell’Europa, uno dei pochissimi in cui il suo insegnamento non è obbligatorio. Proporla nelle classi istruirebbe i ragazzi e le ragazze sui comportamenti che ledono la loro fertilità: peso corporeo eccessivo e consumo d’alcool e tabacco le cause principali.
In aggiunta sarebbe fondamentale potenziare screening e attività di prevenzione in giovane età, cosa che purtroppo spesso è un tabù soprattutto per gli uomini. L’inquinamento gioca poi un altro ruolo cruciale nell’abbassarne il tasso. Ogni giorno siamo esposti a sostanze chimiche come i POP (inquinanti organici persistenti) o decine di interferenti endocrini che minano l’indice di fertilità.
Ulteriore minaccia è poi quello dell’elettrosmog, l’inquinamento elettromagnetico causato da campi elettrici e magnetici generati da dispositivi elettronici, antenne e linee elettriche. Per tali ragioni la regola aurea è una: mai tenere il cellulare nella tasca dei pantaloni. Prevenzione e consapevolezza: queste, in sunto, le due parole da tenere a mente.