Scontro acceso nella giornata di ieri, martedì 11 marzo, quando l’associazione studentesca Cravos ha attaccato l’università di Siena scagliandosi contro due delibere approvate dal Senato accademico, definendola “razzista e guerrafondaia”. A finire nel mirino la nuova metodologia di tassazione riservata agli studenti internazionali e una collaborazione di ricerca intrattenuta dall’Ateneo.
Queste le parole dell’associazione per la prima delibera, riguardante l’abolizione dell’ISEE parificato per gli studenti stranieri: “L’eliminazione dell’ISEE parificato comporta l’automatica applicazione della soglia massima di tassazione per tutti gli studenti stranieri non beneficiari di borsa di studio DSU, una misura ingiusta e discriminatoria. La stragrande maggioranza degli studenti stranieri non possiede redditi in Italia superiori a 9.000 euro e, pertanto, non può presentare un ISEE ordinario. L’abolizione dell’ISEE parificato, senza fornire alternative valide, priva questi studenti della possibilità di poter presentare la necessaria documentazione per accedere a una contribuzione equa, creando una grave disparità di trattamento tra italiani e stranier”.
Per quanto riguarda la seconda, Cravos afferma che “L’Ateneo ha deciso di depositare un brevetto finanziato dalla US Army per un ‘connettore magnetico indossabile per indumenti intelligenti’. Unisi, pubblicamente, sbandiera di essere un’istituzione neutrale, che persegue obiettivi di pace, ma in realtà questo è solo l’ultimo degli accordi che mostra come la nostra ‘buona’ Università sia pienamente coinvolta nel mercato militare, procurando gli elementi di ricerca fondamentali per la produzione di armi e tecnologie belliche. Ricerche vendute non solo all’esercito italiano, ma anche ai nostri ‘cari amici’ americani“.
Pronta la replica del Rettore Roberto Di Pietra, che così ha commentato il comunicato diffuso dall’associazione: “Trovo triste e un po’ irritante la definizione di razzista data all’Ateneo con riferimento all’approvazione di una differente metodologia di determinazione della tassazione per gli studenti internazionali ridefinita allo scopo di trovare una soluzione più equa e meno soggetta a manipolazioni a tutela di tutti gli studenti e le studentesse. L’impegno dell’Ateneo verso l’internazionalizzazione e l’accoglienza di studentesse e studenti stranieri, anche provenienti da aree di crisi, è testimoniato dalle molteplici attività e iniziative adottate negli anni. L’avere un’opinione diversa non giustifica l’adozione di toni offensivi. In merito alla ricerca l’Ateneo ribadisce la sua adesione ad un principio fondante che è quello della libertà di ricerca cui si ispirano le ricerche condotte anche in ambito tecnologico che non hanno nulla a che vedere con l’aggettivo, anch’esso offensivo, utilizzato”.
Date la salienza e la delicatezza del tema, la nostra testata si riserva di condurre un’inchiesta in merito per verificare la fondatezza delle accuse mosse verso l’Università.