di Agostino Forgione e Raffaella Gallucci
Dopo il grande successo conseguito al TEDxVarese, Carlotta Sarina, nome d’arte “Lotta”, è approdata a Siena per la Bright Night 2024, con una performance strabiliante attraverso la quale ha denunciato le contraddizioni e le storture della nostra società, troppo spesso disinteressata e cieca verso le questioni ambientali.
Cementificazione, fast fashion e il malsano consumismo declinato in tutte le sue forme: questi i punti chiave della sua performance, anche per mezzo di canzoni conosciute da tutti, cariche di messaggi di protesta probabilmente ignorati dai più. “Siamo schiavi di bisogni infiniti”, afferma Lotta ricordando tutte le vite umane sacrificate per dare a noi occidentali capi sempre meno costosi, rincorrendo effimere mode del momento.
Non solo rassegnazione ma anche fiducia verso le future sorti: “Penso ci sia ancora speranza, bisogna smettere di scavare e alzare gli occhi verso il cielo”. È questo il toccante messaggio finale che l’artista ha voluto lasciare a tutti gli spettatori, dai più giovani fino agli anziani. Un invito a una maggiore consapevolezza e a rivedere i nostri stili di consumo di cui, spesso, non siamo neppure consapevoli dell’impatto ambientale. L’evento, supportato dall’Alleanza Territoriale Carbon Neutral, punta a mantenere Siena una provincia che compensa totalmente le sue emissioni di carbonio.
Nel corso dello spettacolo, composto di tre atti (“Lotta Traviata” sulla musica come missione per la causa ambientalista, “52 Stagioni” sul fast fashion e “Casa” sul riscaldamento globale),Lotta ha ripercorso la sua genesi artistica nonché le sue orini, spiegando come la musica, da sempre perno della sua vita, sia diventata un modo per sensibilizzare verso la tematica del cambiamento climatico. “Il mio canto è un avvertimento, è questo per me l’unico senso”, dice, condensando in poche righe le motivazioni che l’hanno portata a diventare un’artista poliedrica e a concepire una forma di spettacolo tanto originale, che unisce note e danza alle profonde riflessioni sul nostro stare al mondo.
Carlotta, nonostante la brillante carriere che le si prospettava davanti, si è resa conto che “Suonare era una distrazione verso le sorti del mondo”. Da lì ha avuto inizio la militanza nelle associazioni ambientaliste, fino quando si è resa conto che nessuno la ascoltava, quantomeno parlando. Ecco, dunque, la brillante idea di continuare la sua battaglia, ma ricorrendo alla forza e all’incisività che solo la musica può ottenere.