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Venezia82, settimo giorno: biopic, film sulla minaccia atomica e il bianco e nero che sembra tornato di moda

In gara il film di Kate Bigelow e quello di Francois Ozon; a Gus Van Sant sarà assegnato il premio Campari Passion for Cinema.

Venezia82, settimo giorno: biopic, film sulla minaccia atomica e il bianco e nero che sembra tornato di moda
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2 Settembre 2025 - 19.39


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di Caterina Abate

Ad una settima dall’inizio della Mostra si può azzardare un parziale bilancio, soprattutto sulla scelta dei temi che la giuria della Biennale ha deciso fossero degni di essere presi in considerazioni. Sia tra le pellicole in gara che tra quelle fuori concorso, molte hanno portato sullo schermo storie di vite vissute, vicende dure, particolari e violente. In questo stesso solco potrebbe trovarsi anche la scelta del Leone d’oro alla carriera a Kim Novak, coniugato dalla presentazione del documentario sulla sua vita, girato da Alexander Philippe.

Esemplificativi, in tal senso, anche tre delle proiezioni viste ieri, sia i due film in concorso, che la serie Portobello di Marco Bellocchio su Enzo Tortora. I due biopic presentati per Venezia82 non convincono però appieno la critica: pur guadagnandosi 18 minuti di applausi The Smashing Machine sembra lasciare la storia solo in superficie, nonostante la buona prova di Dwayne Johnson, che si emancipa dai ruoli prettamente comici e di film d’azione in cui Hollywood l’aveva incardinato. Anche The Testament of Ann Lee , che era stato presentato come un biopic musicale, non sembra avere molta spinta. 

Il prodotto biografico di rilevanza tra le proiezioni di ieri sembrerebbe essere invece proprio Portobello, le due puntate della sedie di Marco Bellocchio sulla vicenda di Enzo Tortora. Una storia tutta italiana, che però ha conquistato la produzione americana di Hbo Originals, proprio per il suo carattere universale. Bellocchio, intervistato dall’Ansa, ha dichiarato di aver deciso di mettere in scena la vicenda dell’errore giudiziari di Tortora proprio perché perfetto da essere messo in scena, un perfetto materiale cinematografico, con un protagonista antieroe, seppur così lontano dall’estetica dello stesso regista. Per fruire la serie si dovrà però attendere marzo 2026.

L’attesa di oggi era per il film di Kate Bigelow sulla minaccia nucleare, House of Dinamite con Idris Elba in gara per ‘Venezia 82’. Ieri il tema del nucleare era stato effettivamente anticipato da un corto, Boomerang Atomic di Rachid Boucharab, sullo scoppio della bomba atomica francese nel deserto algerino il 13 febbraio del 1960, e sulle ripercussioni che le popolazioni prossime all’aria hanno avuto nel corso degli anni. Nei fatti, queste due scelte messe in parallelo, insieme alle parole della stessa Bigelow in conferenza stampa (“quello delle armi nucleari è un tema di portata globale”), dimostrano quanto in questo momento il tema del nucleare sia diventato nuovamente di attualità, ad 80 anni dallo sgancio delle prime bombe atomiche. 

L’altro film in concorso presentato oggi è L’étranger, di Francois Ozon, tratto dal romanzo omonimo di Albert Camus, girato in bianco e nero (sembra tornato di moda, seppur giustificato dalla necessità di contenere il budget), che si muove tra memoria coloniale, viaggio filosofico e rilettura contemporanea.

Durante la conferenza stampa della serie Etty, il regista israeliano Hagai Levi ha dichiarato come lui stesso aveva firmato la lettera in sostegno al popolo palestinese di Venice4Palestine: “Ci sono anche alcuni miei amici cineasti e sceneggiatori che hanno firmato l’appello su Gaza. È importante parlarne in questo luogo perché quello che sta succedendo è orribile, e deve essere fermato”.

Giunge oggi anche Gus van Sant a cui sarà assegnato il premio ‘Campari Passion for Cinema’, prima della proiezione del suo nuovo film, Dead’s Man Wire che avverrà questa sera alle 21. Nel cast Bill Skarsgård, Colman Domingo e Al Pacino. anche Al Pacino. Anche in questo caso una storia realmente accaduta, “fedelmente ricostruita”, ci tiene a dire il regista: Tony Kiritsis ex agente immobiliare , interpretato da Skarsgard, prende in ostaggio il proprio broker, perché convinto lo stesse truffando. La vicenda accaduta nel Midwest, degli anni ’70, vede Al Pacino nei panni del padre dell’ostaggio, che non dimostra particolare preoccupazione alla probabile notizia della morte del figlio.

“È basato su una vera storia di cronaca, ricostruita con cura, incentrata sulle azioni disperate di un uomo. Abbiamo cominciato a girare il film nel novembre del 2024, e in breve tempo, a mano a mano che il mondo intorno a noi cambiava, abbiamo notato parallelismi inquietanti tra la nostra storia e gli eventi globali in corso. Ciò ha reso il progetto allo stesso tempo attuale e scomodo. Spero che il film non causi troppa angoscia, sebbene riconosca che stiamo vivendo tempi molto difficili, e forse un certo disagio è inevitabile” ha dichiarato Van Sant. “[…]capace di coniugare uno sguardo profondamente indipendente con una sorprendente capacità di dialogo con il pubblico.

Il suo cinema si muove liberamente tra il sistema hollywoodiano e i circuiti del cinema d’autore, partecipando alle regole dell’industria senza mai esserne vincolato, sempre fedele a una visione personale, audace e in continua evoluzione” queste le parole di Alberto Barbera su Gas Van Sant, a motivazione del riconoscimento del premio Campari Passion for Film. 

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