di Martina Biancucci
Nel presentare gli ultimi quattro numeri della rivista, che poi sono gli ultimi firmati da Crespi, Steve Della Casa, Pierfrancesco Favino, Daniele Vicari, Felice Laudadio e il regista del film Volonté-l’uomodaimillevolti, si sono fatti portatori delle idee che hanno sostenuto questo progetto. Con queste monografie, ha ribadito il direttore, non si è inteso parlare solo di attori in senso stretto, ma di narrare qualcosa in più. Con Anna Magnani si è cercato di raccontare un’attrice italiana che ha contribuito in maniera rilevante a far acquisire un ruolo diverso della donna nella nostra società; con Sofia Loren si è sottolineato il suo ruolo di diva internazionale; con Carmelo Bene l’artista poliedrico e multimediale. E infine, lui, Gian Maria Volonté, un cittadino ancor prima che un attore.
Pierfrancesco Favino, ha raccontato la sua visione: come Volonté ha avuto infatti l’onore di esser stato allievo del grande Maestro Orazio Costa. Daniele Vicari – presentando la sua scuola di teatro intitolata proprio a Gian Maria Volonté- ha parlato della sua ammirazione per un attore che aveva una sua peculiare idea di cinema dove era presente un insegnamento e un intervento diretto.
Tutti gli interventi, hanno posto l’accento su come, sia nella rivista che nel film documentario, Volonté non venisse mai visto come un uomo con una sola faccia: Volonté è l’attore ma è anche il cittadino. E’ risaputo che Volonté sia stato un attore militante ma, in questa occasione, viene rinforzata questa visione aggiungendo alla duplice funzione di attore e cittadino anche quella di editore dei suoi ruoli.
Attraverso un’introspezione nella vita dell’attore, a partire dalla sua infanzia, poi al successo e fino alla morte viene presentata questa sua figura chiara e definita. Ciò che traspare è un uomo consapevole di sé e fervido nella sua militanza politica. Figlio di un padre della fazione opposta, Gian Maria si porta dietro questa ferita, lasciandola aperta, per sanarla attraverso la recitazione e aprirla di nuovo in un nuovo film, in un nuovo capitolo.
Di Gian Maria Volonté si parla in maniera puntuale e con sapiente attenzione ai dettagli, proprio come faceva lui stesso quando recitava. Più volte infatti, viene rimarcato come l’attore diventasse l’essenza stessa del personaggio. Aneddoti, ricordi e pensieri, ricostruiscono la figura di Gian Maria Volonté. Nulla viene lasciato al caso, come se tutto fosse stato fatto sotto la guida attenta di un attore che ripercorre le sue ferite, le sue passioni, la sua perfezione nel lavoro.
Il film di F. Zippel è uscito nelle sale di alcuni cinema italiani, il 23-24-25 Settembre 2024, ma riproporlo in occasione della presentazione della rivista rilancia con forza tutto il lavoro di minuzia che è stato fatto prima. Si può studiare nei libri e osservarlo attraverso i film ma ascoltare gli interventi, prima, e guardare il film, poi, fa vibrare nei nostri ricordi la figura del grande attore. Rivista e film quindi si completano. Più volte, sia nel film che nella rivista, viene posto l’accento su come Volonté stesso scelga e senta i personaggi, dandogli una vita reale. Basta ricordare “Todo Modo”, nel quale Petri consente, bel oltre il canovaccio, a Gian Maria Volonté di fare il ‘suo’ Aldo Moro. Viene fuori anche in questo film come, Gian Maria Volonté, crei suoi i ruoli come e più di ogni altro attore.
Emerge come lui scegliesse i ruoli, seguendo il filo conduttore della sua concezione del mondo: ora bandito, ora incarnando l’archetipo del ribelle, poi quello dell’uomo impegnato. Emblematici, in questo caso, i due Moro, girati a distanza di 10 anni (Todo Modo1976 e Il caso Moro1986).
L’evento ha mostrato come non si sia perso il contatto con la storia, che viene raccontata in maniera puntuale e oggettiva sia dagli autori intervenuti e attraverso gli occhi dell’attore, con pensieri e video da lui stesso realizzati. Volonté ha mille volti ma al contempo uno solo: il suo, quello del suo credo della sua essenza, che, in un evento del genere, viene trasmessa e percepita attraverso il canale visivo e uditivo della storia, del tempo e del pensiero.