di Marcello Cecconi
Con questo articolo terminiamo la carrellata del Sanremo Story iniziata due settimane fa con il 1951, poi il 1958, il 1961, 1967, 1978, il 1992, il 2012, il 2019 fino a quest’ultimo, il 2021. Da oggi inizia Sanremo 2025 e noi lo racconteremo giorno per giorno a modo nostro.
Un teatro vuoto, un silenzio irreale, un Festival senza pubblico. Eppure, contro ogni ostacolo, Sanremo 2021 va in scena. Nell’anno più difficile della sua storia, il Festival della Canzone Italiana si reinventa, resiste e guarda al futuro con coraggio. Amadeus, al suo secondo anno consecutivo da direttore artistico, non arretra di un passo: accelera, anzi, sul rinnovamento, portando sul palco una nuova generazione di artisti e suoni, mentre l’eco degli applausi registrati cerca di riempire il vuoto della platea. È un’edizione surreale, storica, ma destinata a lasciare il segno.
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Ventisei artisti scelti per la categoria Campioni, con i debutti di Fedez, Aiello, Colapesce, Dimartino, Gaia, Fulminacci, La Rappresentante di Lista, Coma_Cose, Random, Gio Evan, Extraliscio, Davide Toffolo, Willie Peyote, Madame e i Maneskin, che si aggiudicano a sorpresa il titolo con Zitti e buoni. La band romana vince e porta il rock italiano sul tetto del mondo, conquistando poi anche l’Eurovision Song Contest. Secondi sono arrivati Francesca Michielin e Fedez, terzo Ermal Meta.
Amadeus spinge sull’acceleratore del cambiamento. Il pop, l’indie, l’urban e perfino il rock irrompono sul palco, segnando il Festival di una nuova generazione.Quasi un parallelo con sessant’anni prima, il 1961, quando Radaelli aprì ai brani innovativi come Ventiquattromila baci e Le mille bolle blu e quando, su quarantadue cantanti in concorso, venticinque erano esordienti compresi i cantautori Gino Paoli, Giorgio Gaber, Bruno Martino, Pino Donaggio, Umberto Bindi. Il Festival si trasferiva dal Casinò all’Ariston, le regole cambiavano, la musica si apriva a nuove influenze. Ma poi arrivò Gianni Ravera, organizzatore che frenò il cambiamento, riportando Sanremo verso la tradizione.
A sfidare il silenzio dell’Ariston a Sanremo 2021, dal 2 al 6 marzo, oltre ad Amadeus e Fiorello e le incursioni sceniche di un visionario Achille Lauro ci sono diverse co-conduttrici. Tutte presenze femminili di rilievo come Matilda De Angelis, Elodie, Vittoria Ceretti, Beatrice Venezi e Barbara Palombelli che si sono alternate nel corso delle cinque serate, ognuna con un suo monologo.
Amadeus e Fiorello, la coppia che non molla, con ironia e professionalità, tengono in piedi uno spettacolo intenso ospitando una serie infinite di personaggi. Fra questi, l’ospite fisso più sorprendente di quel Festival: Zlatan Ibrahimović. Si trasforma in un co-conduttore atipico, regalando momenti esilaranti e fuori copione. Ottima la trovata della sua entrata in scena quando rimane bloccato nel traffico e arriva in moto, come in un film d’azione. Tra gli altri ospiti, spiccano Laura Pausini, reduce dalla vittoria del Golden Globe, e il ritorno di Loredana Bertè, che porta il suo rock senza tempo.
Se il 1961 fu un anno di svolta, il 2021 è l’anno in cui Sanremo ha definitivamente cambiato pelle, aprendosi al futuro con la determinazione di Amadeus e con il talento di una nuova generazione di artisti. Dunque, il Festival della resistenza e del cambiamento con Amadeus che ha dimostrato che la musica non si ferma nemmeno di fronte alle difficoltà più grandi. E lui ha continuato il suo progetto innovativo con coinvolgimento ironico senza mai dimenticare quello che avveniva fuori da Sanremo.
Da oggi inizia Sanremo 2025. Carlo Conti, un professionista preparato ed esperto ma più istituzionale di Amadeus, non vorrà prendersi il ruolo di conservatore che Ravera si assegnò nel 1962. Le scene, le luci, l’orchestra, gli applausi, gli ospiti, i social, lo share, gli ascolti, la musica. Tra poco tutto avrà inizio, e l’Italia come sempre si fermerà: “Tutti cantano Sanremo?”. Lo vedremo quando faremo i ‘Conti” alla fine.