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Caravaggio allo stato puro: torna a Roma l'artista in occasione del Giubileo

Nel bellissimo Palazzo Barberini da marzo verrano esposte più di venti opere del grande Michelangelo Merisi

Caravaggio allo stato puro: torna a Roma l'artista in occasione del Giubileo
foto di Ansa.it
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23 Gennaio 2025 - 16.59


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Il Giubileo del 2025 porta a Roma non solo masse di fedeli, ma anche arte e appassionati di quest’ultima.
Per questa occasione, infatti, Palazzo Barberini aprirà le porte a Caravaggio 2025 mostra che esporrà, dopo quindici anni di attesa dall’ultima grande mostra, il genio del grande artista, Michelangelo Merisi.

La mostra, che avrà luogo dal 7 marzo al 6 luglio, è prodotta dalle Gallerie nazionali di Arte in collaborazione con la Galleria Borghese. La curatrice dell’esposizione Maria Cristina Terzaghi, parlando del titolo dell’esposizione spiega come “non è stato scelto solo per il nesso con l’Anno santo ma anche perché la mostra intende fare il punto sulle novità che sono emerse in questi anni in merito all’artista”.

Per ora i quadri esposti sono una ventina, ma il numero potrebbe aumentare in quanto “si stanno chiudendo gli ultimi prestiti” come comunica il direttore delle Gallerie Nazionali di Arte Antica Thomas Clement Salomon, anche lui collaboratore. Tra le opere sono presenti dipinti che raramente sono visibili al pubblico, importantissimi prestiti da collezioni pubbliche e private e altri ancora esposti in Italia per la prima volta. L’ artista, nato a Milano nel 1571, ha un forte legame con Roma, dove approdò ancora adolescente, e dove si fece un nome grazie alle sue luci ed ombre, artistiche e non. La Capitale è stata infatti “il perno della sua vicenda artistica” osserva Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese e co-curatrice, nonché grande esperta di Caravaggio, che definisce questa mostra come “un Caravaggio allo stato puro” tra opere conosciute ed amate e altre tutte da scoprire. Verrà ad esempio esposto il Ritratto di Maffeo Barberini, recentemente attribuito all’artista proprio a Palazzo Bernini e presentato al pubblico.

E’ poi in prestito dal Prado di Madrid l’Ecce Homo, opera mai vista in Italia. A questo Maria Cristina Terzaghi spiega “anche se partì da Napoli per volere della viceregina, moglie del vicerè Conte di Castrillo che, quando in città scoppia la peste, decide di rientrare a Madrid portando con sé il dipinto che da allora non è mai rientrato; appartiene a un collezionista privato che lo ha prestato al Prado che a sua volta generosamente lo presta a noi per questa occasione” aggiungendo poi che essendo gli studiosi ad oggi in grado di disporre di “dati certi su alcuni snodi fondamentali nella vita del pittore” il percorso espositivo seguirà un ordine cronologico.

Dalla Galleria Borghese, ricorda Francesca Cappelletti, arrivano tre importanti prestiti cui: il Bacchino malato, Davide con la testa di Golia, e il San Giovanni Battista. Tra gli altri prestiti, di importanza cruciale, troviamo la Santa Caterina che, già facente parte delle collezioni Barberini fa ritorno a Palazzo dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, c’è poi dal Detroit Institute of Arts Marta e Maddalena, opera dove Caravaggio usò la stessa modella della Giuditta, che verranno esposte insieme una accanto all’altra per la prima volta. I quadri che sono esposti nelle chiese lì rimarranno, infatti per scelta non fanno parte della mostra, rimanendo a disposizione dei visitatori e pellegrini, che quest’anno abbonderanno dato il Giubileo.

I tre dipinti commissionati dal banchiere Ottavio Costa potranno essere di nuovo visti insieme, con Giuditta e Oloferne di Palazzo Barberini, il San Giovanni Battista del Nelson-AtkinsMuseum di Kansas City e il San Francesco in estasi del Wadsworth Atheneum of Art di Hartford, fa ritorno a Palazzo Barberini anche i Bari del Kimbell Art Museum di Forth Worth, opera che fa parte della storia collezionista della famiglia. E infine, l’ultimo dipinto del Caravaggio, il Martirio di Sant’Orsola, dato gentilmente in prestito da Intesa Sanpaolo, main partner della mostra. Salomon fa notare come una mostra di questa portata e importanza possa attrarre anche seicento o settecentomila visitatori, tuttavia spiega come bisogna tenere conto degli spazi espositivi “noi non vogliamo che al visitatore manchi il respiro, vogliamo offrire una esperienza di conoscenza il più piacevole possibile e in questo senso faremo del nostro meglio”.

La mostra viene definita un’ impresa titatanica da Massimo Osanna (direttore generale Musei) in riferimento all’enorme sforzo di collaborazione e coordinazione che è stato necessario da parte dei musei statali, non solo di Palazzo Barberini e Galleria Borghese, ma anche Brera, gli Uffizi, Capodimonte, e la Direzione generale Musei-Mic che ha collaborato all’organizzazione della mostra. Osanna continua “è una mostra che il ministero della Cultura può e deve fare poiché è basata su un rigoroso progetto di ricerca e questo fa sì che diventi portatrice di conoscenza”. Roma ospiterà dunque la genialità di Caravaggio, che catturerà migliaia di visitatori con le sue luci e ombre.

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