Edoardo Bennato, a poco più di un mese dalla messa in onda di un progetto che andrà in onda su Rai Documentari il 19 febbraio ha rilasciato alcune dichiarazioni all’Agi durante l’intervista svolta da Paola Spiezia.
Il cantautore, che nel corso degli anni ha saputo imporsi sullo scenario musicale con delle canzoni che hanno fatto da colonna sonora alle vite di tanti e che restano tutt’ora intergenerazionali, è uno dei cantautori più poliedrici del contesto musicale italiano.
Per quanto riguarda l’inizio della sua avventura da cantautore e la sua opposizione al potere che si evince anche dai suoi testi Bennato afferma: “Non avevo ancora compiuto 13 anni e già ero in America, con i miei fratelli, in diretta televisiva. Da allora ho attraversato i continenti, sempre grazie alla musica, accumulando dati e informazioni che mi hanno vaccinato contro gli indottrinamenti e le perversioni delle fazioni politiche in lotta feroce e progressiva tra loro”.
Un caso emblematico e ancora vivido nella sua memoria è quello del suo ingresso alla Pavarotti & Friends nel 1996: “Mi resi conto che la lobby politico-culturale che sovrintende alle Arti, alla Cultura e allo Spettacolo in Italia mi aveva proditoriamente, perversamente e sinistramente tenuto fuori dalla kermesse. Chiamai Pavarotti personalmente e andai a Modena, dove improvvisai un mini concerto nel cortile del suo quartier generale – continua a raccontare – lui ascoltò con attenzione e alla fine disse ai suoi collaboratori Signori, quest’anno al Pavarotti & Friends ci sarà anche Edoardo Bennato”.
Anche Napoli è sempre presente nella vita artistica e privata dell’artista: “A proposito della napoletanità e del dialetto napoletano, nel 1992 pensai di girare un film su Napoli, sugli eterni paradossi di questa città dove sono nato e che è sempre stata al centro della mia ispirazione.” Il risultato fu un’opera estremamente complessa che raccoglieva in sé un musical, un film e un disco rock-blues in dialetto napoletano chiamato “Joe e suo nonno”.
“Il protagonista è un ragazzo che va in America per fare esperienza di blues, torna a Napoli e rimette insieme la band. I suoi amici musicisti si erano rassegnati a suonare ai matrimoni. Poi scopre alcune poesie del nonno, che diventano i testi perfetti per le sue frasi blues. E il nonno gli confida che queste poesie gli erano state dettate in sogno da Toto’, il grande maestro”.
Il talento e la creatività per Bennato non si sono mai limitati alla sola musica, ma si sono espansi anche alla pittura e alle arti grafiche e tra i suoi progetti più importanti c’è la mostra ‘In cammino’, una serie di disegni su tela che raccontano il viaggio millenario dell’umanità attraverso le figure dei vu cumprà sulle spiagge italiane a proposito dei quali afferma “Ho pensato di raffigurarli mentre camminano sulle battigie italiche – evoca – rappresentano il ‘Cammino della Famiglia Umana’ in atto da millenni”. La mostra che ha già raggiunto diverse città d’Italia tra cui Milano, Napoli e Siena, presto raggiungerà anche l’Albania e sarà esposta al consolato italiano.
Un altro momento particolarmente caro al cantautore è stato l’incontro con Papa Francesco, a cui ha donato un disegno ispirato alla copertina del suo album ‘La Torre di Babele’: “un’emblematica piramide, una torre composta da uomini in armi, che via via diventano sempre più sofisticate”.
Infine, lancia una riflessione: “Invito tutti a coltivare i propri dubbi, anziché barricarsi nelle proprie certezze. Forse non c’è niente di certo ma è proprio dai dubbi che nasce la libertà”.