Il ritorno dei marmi del Partenone ad Atene, da anni al centro di dispute internazionali, sembra oggi più vicino. Gli sforzi diplomatici intrapresi negli ultimi decenni stanno finalmente aprendo uno spiraglio, complice la chiusura temporanea del British Museum di Londra per restauri.
A dare un nuovo impulso al dibattito è stata l’Italia, e in particolare la Sicilia, che nel 2022 ha segnato un punto di svolta con un gesto concreto: la restituzione del cosiddetto “frammento Fagan”. Questo reperto, raffigurante un piede della dea Artemide e parte del fregio orientale del Partenone, era custodito dal 1820 al Museo Salinas di Palermo, come parte della collezione archeologica del console inglese Robert Fagan.
L’iniziativa, promossa dall’allora assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana Alberto Samonà, è stata resa possibile grazie a un dialogo diretto con il Ministro della Cultura della Repubblica Ellenica Lina Mendoni, e al lavoro sinergico tra la direttrice del Museo Salinas, Caterina Greco, e il direttore del Museo dell’Acropoli, Nikolaos Stampolidis. Il frammento è stato ricollocato nella sua posizione originaria all’interno del Museo dell’Acropoli di Atene, in una cerimonia ufficiale alla presenza del Primo Ministro greco Kyriakos Mitsotakis, che ha definito il gesto “epocale”.
A rafforzare il clima di collaborazione, un anno dopo, è stata la donazione da parte della Santa Sede di altri tre frammenti del fregio custoditi nei Musei Vaticani, su iniziativa di Papa Francesco.
“Si avvicina il giorno in cui i marmi del Partenone torneranno finalmente ad Atene – ha dichiarato Alberto Samonà – con un pizzico di orgoglio posso dire che proprio grazie al nostro gesto il dibattito internazionale sul rientro delle parti mancanti del fregio di Fidia ha trovato nuova linfa. La cooperazione culturale rappresenta la via maestra in un mondo segnato da conflitti, portando con sé un messaggio universale di dialogo e pace”.