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Brunori Sas e un 2025 da assoluto protagonista

L'artista cosentino parteciperà all'imminente Sanremo per poi dedicarsi al tour nei palasport italiani

Brunori Sas e un 2025 da assoluto protagonista
Brunori Sas, immagine da www.vivoconcerti.com
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redazione Modifica articolo

11 Gennaio 2025 - 14.47


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Per l’artista nativo di Cosenza, ma che possiede un legame indissolubile con Siena e la sua Università dove si è laureato in Economia e Commercio, già febbraio segnerà un momento storico con la sua prima partecipazione al Festival di Sanremo. Poi da marzo partirà il tour nei palasport con il nuovo album, L’albero delle noci (stesso titolo della canzone sanremese inserita ovviamente nel volume), con tappe a Vigevano, Firenze, Roma, Torino, Napoli, Bologna e due appuntamenti a Milano, mentre il 18 giugno 2025.

Il 18 giugno l’artista calabrese si esibirà al Circo Massimo di Roma, in un live suggestivo assieme all’orchestra. Come riportato su Agi da Maria Letizia D’Agata, il cantautore si è così espresso in una conferenza stampa a Milano: “Sono molto orgoglioso di questo concerto, sarà un appuntamento speciale che arriva dopo anni. Avremo l’orchestra. Sono in una fase felice della mia scrittura e spero che l’album sia trasversale arrivando anche a chi ascolta trap. È un disco di un certo rigore, di stati d’animo. Mi interessava rappresentasse certi stati d’animo e mi togliesse di dosso alcune caratterizzazioni. Sono stati sfrondati i rami secchi, sarà un album di rigenerazione”.

L’albero delle noci – ha proseguito Brunori Sas – è frutto di due anni di sottrazioni. Tutto ciò che appariva superfluo, o già detto, è stato messo da parte, per dare spazio e peso agli episodi più sentiti, più ispirati, in qualche misura più urgenti e necessari. È stato concepito e partorito assieme a Riccardo Sinigallia, che ne ha curato la produzione artistica come fosse un disco suo, tanto che parlare solo di produzione, sinceramente, mi pare riduttivo. Ad ogni modo, dal canto mio, per la prima volta mi sono aperto a una collaborazione tanto profonda quanto intima, cercando di mettermi in discussione davvero, senza utopistici intenti rivoluzionari, ma con il desiderio genuino di una rigenerazione. Anche perché al sesto disco o fai cosi o vai col pilota automatico. Per questo non ho pianificato nulla, né una tematica di partenza, né un’intenzione musicale precisa”.

Sul come è nata quest’ultima opera, l’artista ha commentato: “Era fondamentale che le cose venissero fuori spontaneamente dal flusso di chiacchiere, silenzi, risate, riflessioni, ascolti, incontri e scontri più o meno feroci, avvenuti in questi due anni con Riccardo. L’unico intento che ci siamo dati è stato quello di dipingere stati d’animo più che concetti e di farlo nel modo più autentico possibile, evitando trucchi e parrucchi del mestiere. Lo abbiamo fatto con i testi, cesellati fino allo sfinimento, lo abbiamo fatto con le strutture musicali pensate per funzionare anche solo con uno strumento e la voce, lo abbiamo fatto con gli arrangiamenti che hanno tirato fuori le peculiarità e i talento di tutti i musicisti coinvolti, lo abbiamo fatto col suono, cercando di sfuggire alle tentazioni produttive e alle seduzioni tecnologiche, o meglio facendone un uso strumentale alle canzoni”.

Infine, Brunori ha chiuso le interviste spiegando i motivi della selezione delle dieci canzoni dell’album: “Quelle che ci sembravano più solide ed emozionanti e che messe insieme formano un racconto coerente. Tre di queste sono registrazioni fatte da me col cellulare a pochi minuti dalla composizione, con tutti gli errori, gli inciampi, le esitazioni, i sorrisi, i sussulti e lo stupore del caso. Perché di questo volevo parlare, perché di questo volevo cantare”. Sanremo? “Lo prendo come una sfida: torno a essere un debuttante. E faccio il tifo per Lucio Corsi perché è realmente un poeta”.

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