di Gabriele Bisconti
Avrebbe compiuto cento anni, l’interprete più amato del cinema italiano. Come “baciato” da Dio, bello e sognante, Marcello Mastroianni incarna ancora oggi, nell’immaginario collettivo, le mille sfaccettature della natura instabile della virilità italiana, di solito tutta muscoli, forza e coraggio, decostruita attraverso i grandi personaggi da lui messi in scena, inseriti in un clima politico, sociale, sessuale, economico e culturale preciso, che hanno caratterizzato (negli anni Sessanta) il decennio d’oro del cinema italiano.
Nativo di Fontana Liri, e registrato all’anagrafe due giorni dopo la sua nascita, Mastroianni fù, infatti, l’uomo furbo ma inetto, che ama le altre pur stando con una moglie che non lo attrae per niente, regalandoci la magistrale interpretazione in “Divorzio all’italiana”, o l’omosessuale perseguitato in “Una giornata particolare” di Ettore Scola, in coppia con Sophia Loren. O ancora, un giornalista di cronaca rosa, con l’ambizione di diventare un romanziere, nel capolavoro di Federico Fellini e tra i più celebri film della storia del cinema: ”La dolce vita”.
E’ stato spesso un marito tradito, un pietoso seduttore, un uomo fragile che rompe l’aura del virilismo divino che lo attornia, questo perché – come lo hanno descritto colleghi, registi, critici – ”era un bambino di una morbidezza femminile che non ci si aspetta” (Mastroianni stesso definì il ruolo dell’attore con il termine francese Jeu, cioè gioco. N.d.r.).
Il sodalizio più importante è stato insieme a Sophia Loren e Vittorio De Sica, con i quali ha collaborato in film di altissimo calibro quali “Ieri, oggi, domani”, “I girasoli” (la cui colonna sonora fu candidata al Premio Oscar) e ”Matrimonio all’italiana” (trasposizione cinematrografica della commedia teatrale Filumena Marturano di Eduardo De Filippo).
Ma, Mastroianni non è stato solo un grande interprete: il suo lavoro lo ho reso una vera e propria icona culturale, capace di rappresentare l’Italia del boom economico e di incarnare, con il suo stile inconfondibile, l’immagine di un paese in piena trasformazione.
La sua capacità di muoversi tra ruoli di commedia e drammi intensi, sempre con un’ironia e un distacco che lo rendevano unico, gli ha permesso di diventare non solo un divo del cinema, ma anche un simbolo nazionale. È proprio questa qualità che rende la sua figura così attuale e viva ancora oggi.
Mastroianni non è mai riuscito lasciare definitivamenti i set, voleva fare cinema perché era quello che amava di più e, forse, è per questo che nemmeno il tumore al pancreas (scoperto mentre era sul set, durante la lavorazione del suo ultimo film “Viaggio all’inizio del mondo” di Manoel de Oliveira) non lo ha portato via dalle scene.
In occasione del Festival di Cannes 2024, la figlia Chiara Mastroianni (anche lei attrice), che ha presentato il film “Marcello Mio” dove veste i panni di suo padre, ha dichiarato: “ Aveva una doppia anima, era allegro e malinconico allo stesso tempo” – e lontano dai riflettori ripeteva spesso – “che gli attori sono condannati alla cosa terribile di doversi rivedere continuamente da giovani”.
Un secolo è passato dalla sua nascita, e nonostante i ruoli magnificamente interpretati, Marcello Mastroianni, il personaggio memorabile del cinema italiano e internazionale, diventò una “star” restando solamente fedele a sé stesso.