Sulla scia di un presente incerto, dove i confini tra realtà e distopia si confondono e i punti di riferimento vacillano, la Settimana Internazionale della Critica (SIC) torna ad animare le sale del Lido di Venezia, pronta a proiettare tutti in un viaggio cinematografico ricco di spunti di riflessione. Dal 28 agosto al 7 settembre 2024, questa sezione autonoma e parallela del Festival del Cinema di Venezia, diretta dalla lungimirante Beatrice Fiorentino, si propone come un’oasi di cinema impegnato e di denuncia sociale, offrendo al pubblico un caleidoscopio di storie che esplorano le sfide e le contraddizioni del nostro tempo.
Come sottolinea Fiorentino, “il cinema non può esimersi dall’interrogarsi sul mondo che cambia, assumendo il compito di interpretare la realtà e di aiutarci a navigarla”. In un’epoca dominata da guerre, conflitti ambientali, disuguaglianze sociali e derive autoritarie, la SIC si erge a baluardo di un cinema che non teme di sfidare lo status quo e di indagare le ferite più profonde della società contemporanea.
Al centro della rassegna troviamo sette opere prime in concorso, provenienti da tutto il mondo, che raccontano con linguaggi eterogenei le esperienze di individui alle prese con le durezze della vita e con le ingiustizie di un sistema che spesso li marginalizza. Tra queste, spicca “Anywhere Anytime” di Milad Tangshir, un film italiano che narra la storia di un giovane immigrato clandestino a Torino che combatte per la sua sopravvivenza, emblema di una generazione precaria e senza futuro.
Accanto ai film in concorso, la SIC propone due lungometraggi fuori concorso che aprono e chiudono la rassegna con due visioni diametralmente opposte del futuro. “Planet B” di Aude Léa Rapin ci proietta in un thriller distopico ambientato nel 2039, dove un gruppo di attivisti scompare misteriosamente in un mondo dominato dalla repressione. Al contrario, “Little Jaffna” di Lawrence Valin ci immerge nella quotidianità della comunità Tamil di Parigi, dove un giovane agente di polizia si infiltra per smascherare un gruppo criminale.
Ma la SIC non si ferma qui. Il programma è arricchito da una serie di altri film che meritano, come “Homegrown” di Michael Premo, un documentario che indaga il suprematismo bianco in America; “No Sleep Till” di Alexandra Simpson, un dramma che racconta la resilienza di una comunità costiera di fronte a un uragano imminente; “Peacock” di Bernhard Wenger, un film austriaco sulla fragilità dell’identità; “Perfumed with Mint” di Muhammed Hamdy, un toccante racconto sulla memoria e sul perdono; e “Don’T Cry, Butterfly” di Dương Diệu Linh, un film vietnamita che esplora le dinamiche di coppia e la ricerca dell’amore.
La Settimana Internazionale della Critica si configura così come un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti del cinema d’autore e di impegno civile. Un’occasione unica per scoprire nuove voci del panorama cinematografico internazionale e per riflettere sulle complesse sfide che il nostro pianeta si trova ad affrontare. Un invito ad abbracciare la diversità delle narrazioni e a riscoprire il potere del cinema come strumento di conoscenza e di cambiamento.