Peter Weir, classe 1944, si è distinto per essere stato un “turning point” nella rinascita del cinema australiano degli anni ’70, prima di emergere come uno dei principali registi di Hollywood. A Venezia, al Festival del Cinema, Weir riceverà il Leone d’Oro alla carriera.
Ha iniziato la sua carriera dietro la macchina da presa realizzando cortometraggi e documentari per la televisione australiana e, nel 1974, diresse il suo primo lungometraggio, Le macchine che distrussero Parigi (The cars that ate Paris).
La fama internazionale è arrivata con Picnic ad Hanging Rock (1975), un enigmatico dramma che si insinua nelle pieghe oscure dell’Australia rurale di fine Ottocento. Il film è divenuto un cult, ammirato per la sua atmosfera sognante e la sua narrazione aperta. Sono seguiti L’ultima onda (1977) e Gli anni spezzati (1981), che hanno consolidato la reputazione di Weir come regista capace di esplorare temi profondi con uno stile visivo distintivo.
La transizione di Weir a Hollywood è avvenuta con Witness – Il testimone (1985), un thriller ambientato nella comunità Amish della Pennsylvania che gli è valso la prima candidatura all’Oscar come miglior regista.
E’ padre di altri successi come Mosquito Coast (1986) e L’attimo fuggente (1989), un dramma ambientato in un’accademia preparatoria degli anni Cinquanta che esplora il tema della liberazione personale attraverso la poesia e la resistenza alle convenzioni sociali.
Negli anni ’90, Weir ha continuato ad esplorare diverse narrative con film come Fearless – Senza paura (1993) e The Truman Show (1998), una satira sulla società mediatica che anticipò molte delle questioni legate alla realtà e alla privacy nell’era digitale. Questo film ha consolidato ulteriormente la sua reputazione, facendogli guadagnare un’altra nomination all’Oscar.
Il culmine della sua carriera è arrivato con Master & Commander – Sfida ai confini del mare (2003), un’epopea marittima del periodo napoleonico che ha mostrato la sua abilità nel dirigere scene spettacolari senza perdere di vista i dettagli dei personaggi.
Con soli 13 film in quarant’anni, Weir ha saputo mantenere una qualità costante, riuscendo a conquistare sia il pubblico che la critica con la sua abilità di raccontare storie profonde e visivamente impattanti. La sua carriera è un esempio di completezza artistica e successo commerciale, equilibrati sapientemente tra le esigenze di un cinema riflessivo e quelle di un pubblico globale. Il Leone d’Oro alla carriera ricevuto alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2024 è il riconoscimento di una vita dedicata all’arte della narrazione cinematografica, che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del cinema.
Argomenti: Cinema