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Il Papiro di Ercolano ci rivela dov’è stato sepolto Platone

La scoperta è stata effettuata grazie a una ricerca nata all’interno del progetto GreekSchools, finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca.

Il Papiro di Ercolano ci rivela dov’è stato sepolto Platone
Il papiro
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24 Aprile 2024 - 16.46


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Sono più di mille le parole, corrispondenti al 30% del totale, emerse dallo studio del papiro di Ercolano, andato distrutto nel corso dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. In esso si ripercorre la storia dell’Accademia di Filodemo di Gadara, epicureo allievo di Zenone di Sidone. Il tutto è stato reso possibile grazie a tecnologie e metodi innovativi di ultima generazione.

Il contributo di Filodemo di Gadara ha importanza cardinale circa la storia della filosofia classica greca, soprattutto circa Platone e la sua corrente di pensiero. Tra le rivelazioni più significative emerge la sepoltura specifica di Platone, ubicata nel giardino a lui riservato presso l’Accademia ad Atene, in prossimità del Museion o sacello dedicato alle Muse. Precedentemente si aveva notizia solo della sepoltura all’interno dell’Accademia.

Ulteriori dettagli sulla vita del filosofo greco includono la sua possibile vendita come schiavo nell’isola di Egina nel 404 a.C., quando gli Spartani assoggettarono l’isola, o alternativamente nel 399 a.C., poco dopo la morte di Socrate. Fino ad ora, si era erroneamente creduto che Platone fosse stato catturato come schiavo nel 387 a.C., durante il suo soggiorno in Sicilia presso la corte di Dionisio I di Siracusa. Inoltre, in un dialogo riportato, emerge un tono sprezzante di Platone nei confronti delle competenze musicali e ritmiche di una musicista barbara originaria della Tracia.

La scoperta si inserisce nel progetto “GreekSchools”, finanziato con 2.498.356 euro dal Consiglio Europeo della Ricerca e avviato nel 2021, avente una durata di cinque anni e otto mesi. Tra i suoi protagonisti spicca il coordinamento di Graziano Ranocchia, dell’Università di Pisa. Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (Ispc), l’Istituto di Linguistica Computazionale Antonio Zampolli (Ilc) del Consiglio Nazionale delle Ricerche nonché la Biblioteca Nazionale di Napoli, dove il papiro è conservato.

Oltre alla valutazione dello stato di conservazione di tali manufatti, l’obiettivo del progetto è la pubblicazione di un’edizione aggiornata della “Rassegna dei filosofi” di Filodemo, la più antica storia della filosofia greca pervenutaci. All’interno di quest’opera è inclusa la “Storia dell’Accademia”, che contiene numerosi dettagli inediti su Platone e sull’evoluzione dell’Accademia sotto i suoi successori.

“Rispetto alle edizioni precedenti, ora c’è un testo quasi radicalmente cambiato, che implica una serie di fatti nuovi e concreti su vari filosofi accademici. Attraverso la nuova edizione e la sua contestualizzazione, gli studiosi sono arrivati a deduzioni inaspettate di portata interdisciplinare per la filosofia antica, la biografia e la letteratura greche e la storia del libro”, sono le parole di Ranocchia.

“Alcune integrazioni precedenti sono state sostituite, alcuni passaggi precedentemente frammentari sono stati integrati o riletti. L’aumento del testo corrisponde all’incirca alla scoperta di dieci nuovi frammenti di papiro di media grandezza. Le nuove letture attingono spesso a fatti nuovi e concreti sull’Accademia di Platone, sulla letteratura ellenistica, su Filodemo di Gadara e la storia antica in generale” commenta Kilian Fleische, editore del prezioso papiro all’interno del progetto GreekSchools.

“Il progetto ‘GreekSchools’ ha anche lo scopo di sviluppare metodi di indagine dei manoscritti applicando le più avanzate tecniche di diagnostica per immagini oggi a disposizione (imaging ottico nell’infrarosso e nell’ultravioletto, imaging molecolare ed elementale, imaging termico, tomografie, microscopia ottica digitale, ecc.)”, commenta infine Costanza Miliani, del Cnr-Ispc.

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