Dopo gli innumerevoli contenziosi di cui è stato oggetto negli anni, il Metropolitan Museum di New York ha recentemente annunciato di voler escludere dalle proprie collezioni le opere illecitamente acquisite. Grazie a un’apposita task force, dunque, il catalogo del museo verrà setacciato col fine di stabilire quali opere siano state acquisite illecitamente col per poi rimpatriale. La politica arriva a seguito delle svariate richieste di rimpatrio da parte di più Paesi, ultimo caso quello della Cina, a cui sono state restituiti due rilievi cinesi del settimo secolo presi in prestito dalla collezione Shelby White e rimasti nel Met per trent’anni.
Nel corso degli ultimi mesi sono state decine le opere sequestrate dalla procura di Manhattan per essere restituiti a paesi come la Turchia, l’Egitto, nonché l’Italia, che hanno portato il direttore Max Hollein ad annunciare il nuovo piano. “Come voce influente nel mondo dell’arte dobbiamo agire preventivamente per esaminare certe aree delle nostre collezioni ” si legge nella mail diffusa allo staff.
Ad avere priorità saranno tutte le opere giunte nelle sale del museo per mano di galleristi messi poi sotto inchiesta: tra questi Robin Syme, mercante d’arte britannico che nel 1998 ha venduto al Getty la Venere di Morgantina per 18 milioni di dollari, restituita all’Italia nel 2007, e ancora Giacomo Medici, Pasquale Camera e Gianfranco Becchina. A essere posti a vaglia saranno in particolar modo le opere acquistate tra il 1970 e il 1990, un periodo che lo stesso Direttore descrive come di rapida espansione per il museo ma anche come connaturato da una scarsa attenzione alla provenienza delle opere.
Fu proprio nel 1970 che l’UNESCO propose l’adozione di una convenzione inerente il contrasto alla circolazione illecita di opere d’arte, ma purtroppo non venne recepita come si sperava, tanto che il celebre Cratere di Eufronio, acquisito illecitamente dall’Italia nel 1972, è stato restituito solo nel 2008. Le crescenti pressioni, tuttavia, hanno fatto sì che solo nel 2022 il Met abbia restituito ben 45 oggetti.
Gli esperti sostengono che, tra i pezzi italiani illecitamente acquisiti, otto siano entrati nei cataloghi per mano dell’ormai 84enne Becchina, mercante d’arte di origini siciliane al centro di numerosi processi in Italia con galleria a Basilea, in Svizzera. Sulla stessa linea si è mosso il Getty di Los Angeles, che lo scorso agosto ha annunciato il rimpatrio del gruppo di sculture Orfeo e le Sirene. L’operazione a seguito della scoperta, da parte dell’ufficio del District Attorney al contrasto al traffico di antichità in collaborazione con i Carabinieri del nucleo Tpc, riporta che le opere erano state sottratte clandestinamente in uno scavo del tarantino.