di Marialaura Baldino
“Questa sera non sono qui a dare lezioni di vita perché alla mia età sono più le cose da imparare che quelle da insegnare. Cerco di ricavare da ogni giorno un insegnamento”. Paola Egonu inizia così il suo atteso monologo sul Palco dell’Ariston.
Un discorso ermetico come lei, dove accusa chi estrapola frasi ricontestualizzandole. “Bisogna sempre risalire alla fonte”.
Parla cosi dei genitori, che le hanno indicato il cammino lasciandola libera. “Per amore verso di me, avete rinunciato a me”.
Da bambina era fissata con i perché, ha aggiunto, quando si domandava del perché fosse più alta degli altri, o perché avesse il nonno in Nigeria. E al “perché io sono io?”, lei risponde “perché io, sono io”.
Un tono quasi reverenziale quando parla dello sport, della nazionale che l’ha vista vincitrice agli Europei Femminili del 2021. «Amo l’Italia, vesto con orgoglio la maglia azzurra, che per me è la più bella del mondo e ho un profondo senso di responsabilità nei confronti di questo Paese in cui ripongo tutte le mie speranze di domani».
Piccolo attacco anche alle critiche ricevute; alcune costruttive altre pesanti come macigni, dice.
Chiude il discorso sulle note di Vita spericolata, affermando: “ Sono quella che spesso ha sbagliato gli appuntamenti importanti: sono più le finali che ho perso di quelle che ho vinto ma questo non fa di me una perdente, così come non lo è chi prende un brutto voto a scuola e nemmeno chi arriva ultimo in classifica qui, a Sanremo, come Vasco».
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