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Massimo Ranieri, l'artista poliedrico ospite a Sanremo

ll cantante sul palco dell'Ariston per cantare insieme a Gianni Morandi e AlBano

Massimo Ranieri, l'artista poliedrico ospite a Sanremo
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8 Febbraio 2023 - 16.34


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Uno tra i grandi artisti italiani ad aver venduto il maggior numero di dischi nel mondo, Massimo Ranieri è lo pseudonimo di Giovanni Caloni.

Classe 1951, quarto di otto figli, nasce a Napoli nel popoloso e povero quartiere del Pallonetto di Santa Lucia. Sin da piccolo cerca di guadagnarsi da vivere facendo lo strillone e il posteggiatore.

Si affaccia al mondo del canto da giovanissimo esibendosi in un bar e all’età di 13 anni viene notato da un discografico che vede in lui grande potenzialità; gli offre di incidere un disco e di partire subito per gli Stati Uniti, per un tour con il nome di Gianni Rock, facendo da spalla a Sergio Bruni. Appena diciottenne, una volta tornato in Italia, partecipa a Canzonissima e Cantagiro ed esordisce a 17 anni al Festival di Sanremo con la canzone Da Bambino, in coppia con I Giganti. Da quel momento la stagione di successi per Massimo Ranieri non si arresta più: nel 1969 ritorna a Sanremo con Quando l’amore diventa poesia in coppia con Orietta Berti, poi si presenterà ad il Cantagiro dove vince con Rose rosse.

Partecipa a  Canzonissima  e conquista il secondo posto con Se bruciasse la città.

La sua carriera si fa sempre più ampia, esordisce al cinema, senza però abbandonare ma la sua prima passione, il canto.

Il regista Mauro Bolognini lo sceglie come protagonista per Metello (1970), grazie al quale conquisterà il David di Donatello quale miglior attore. Seguono, tra i molti titoli, Bubù (1971), ancora con Bolognini; La cugina (1974) di Aldo Lado, bella riduzione del romanzo di Ercole Patti; il noir Con la rabbia agli occhi (1976) di A. M. Dawson, in coppia con Yul Brinner. Ha recitato in 36 film per il cinema e fatto ben 28 apparizioni in telefilm e film per il piccolo schermo.

Si appassiona anche al teatro: nel 1978 recita ne Il malato immaginario di Molière e l’anno dopo ne La dodicesima notte di Shakespeare, entrambi firmati da Giorgio De Lullo; lavora poi con Strehler (L’anima buona di Sezuan, 1980; L’isola degli schiavi, 1994), Garinei e Giovannini e Scaparro.

E’ da sempre tra uno i grandi protagonisti di Sanremo, ma con lui, il festival non è sempre stato magnanimo: nel 1968 e l’anno seguente ha raccolto rispettivamente il settimo e il decimo posto. Ma, quando nel 1988 ritorna sul prestigioso palco, vince con Perdere l’amore.

E’ stato anche doppiatore: è sua la voce di Quasimodo nel film d’animazione Disney, Il gobbo di Notre Dame, dando voce di Nathan Lane nel film The birdcage per la regia di Mike Nichols.

Nel 1999 vince il premio Flaiano per il teatro; nel 2004 debutta come regista lirico dell’opera “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni e “I Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo allo all’Opera Arena Sferisterio di Macerata. Nel 2005 firma la regia dell’opera lirica “L’Elisir d’amore” di Donizetti al Teatro di San Carlo di Napoli. Vince il Premio Barocco ed il Premio Sirmione Catullo come Artista dell’anno e vince il Premio Nuova Spoleto per L’Arte e lo Spettacolo.

Nel 2020 esce nelle sale il film “Odio l’Estate” di Massimo Venier con Aldo, Giovanni e Giacomo con la partecipazione di Massimo Ranieri nei panni di se stesso. Il film ha grande successo. Prima del fermo dovuto alla pandemia si esibisce da superospite a Sanremo con Tiziano Ferro.

Una carriera vissuta tra canto, teatro e televisione, un artista poliedrico e mai uguale a se stesso, sempre curioso di misurarsi con nuove, entusiasmanti sfide.

(a cura di Ludovico Conti

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