Nonostante la nutrita schiera di personaggi d’eccezione che hanno presenziato alla cerimonia d’inaugurazione della Mostra del cinema di Venezia, tra cui l’iconica Catherine Deneuve, Leone d’oro alla carriera, e il big di Netflix Ted Sarandos, a prendere il posto di maggior rilievo della cerimonia in Sala Grande è stato il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky.
Nel corso della cerimonia in Sala Grande, condotta dall’attrice spagnola Rocio Munoz Morales, ha irrotto con un videomessaggio dai toni drammatici, in cui ha ricordato nuovamente di “non dimenticare quello che sta accadendo” e, appellandosi al mondo del cinema, “che la vostra voce conta”.
Zelensky è stato quanto più diretto possibile, ricordando tutti i nomi delle vittime civili minorenni che hanno perso la vita fino al 29 agosto. Una strage che ha visto fuggire dal Paese 6 milioni di persone: “Questo è il Cremlino”, afferma in tuta militare.
“Non bisogna rimanere in silenzio, sarebbe fare quello che la Russia auspica: abituarsi alla guerra, rassegnarsi alla guerra, dimenticare la guerra. Sono macellai, terroristi, assassini, un orrore che non dura 120 minuti come un film ma ormai da 189 giorni, tanti sono quelli della guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina” sono state le parole dell’intervento che ha ricordato agli ospiti in platea la violenza che sta imperversando in Ucraina.
Si è trattato di uno spaccato in accordo con il tenore malinconico dei film annunciati: ha infatti aperto il concorso White Noise, tratto dal romanzo di Don DeLillo, una pellicola apocalittica che parla di una nube tossica che getta nel panico i cittadini di una provincia americana, gettando il male di vivere anche su una famiglia istruita e unita. Film che, nonostante l’appello diffuso a tornare ad uscire per andare al cinema, uscirà solo su Netflix.
“Un grande personaggio ma davvero difficile da definire”, è quanto afferma il protagonista Adam Driver che nel film veste i panni di Jack, un professore universitario che in casa è un padre premuroso e un marito affettuoso, fin quando non viene colpito dalle radiazioni e scopre perché l’amata moglie Babette prende strane pillole bianche e sia sempre triste.
La giuria che assegnerà il Leone d’oro quest’anno sarà guidata da Julianne Moore, l’attrice americana, vincitrice dell’Oscar nel 2014 con Still Alice. “Mai avrei pensato di fare parte della giuria di Venezia, tantomeno di presiederla, la mia prima volta al Lido è stata nel 1986, ero una attrice di soap. Cosa sarà determinante? Quello che mi farà battere veloce il cuore” ha dichiarato, sottolineando che White Noise ed altri film importanti a Venezia sono esclusive delle piattaforme, commentando “ma è la tecnologia che avanza, al centro di tutto resta l’arte e la capacità di raccontarci e questo resterà per sempre”.
Il titolo di leonessa della serata è spettato a Catherine Deneuve: è per lei che il regista francese Arnaud Desplechin ha tenuto una laudatio, spiegando perché sia un’icona, una donna che al cinema ha dettato “lo Sile Deneuve”, paragonandola a Bob Dylan per la sua fierezza e libertà, affermando che nessuno come lei vive di cinema. Standing ovation quando, in abito rosso, è salita sul palco per ricevere il Leone d’oro, ma subito ha chiarito: “Non è un premio alla carriera, non ho smesso di andare avanti”.
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