di Manuela Ballo
Solita bell’ apertura con l’ Art Theme di quest’anno che è una rappresentazione visiva dell’affermazione: The sound of beauty , ma anche “bellezza del suono” ,basato sui pattern e la struttura simmetrica dei Cymatics ovvero un termine coniato negli anni ’60 da Hans Jenny.
La piazza emana, così, musica ed energia. Poi l’irruzione di Laura Pausini in bianco, come tutto il suo complesso, circondata da fuochi pirotecnici e dalla folla in delirio. Il bianco si tramuta poi in azzurro. Poi in rosso. Il colore cambia con il mutare della canzone eseguita. È un Festival che gioca molto sugli effetti innovativi della televisione fino alle pubblicità, con l’introduzione originale di conduttori avatar. Ma stiano tranquilli i telespettatori, ci penserà Malgioglio a commentare al vetriolo le varie esecuzioni. Così almeno minaccia lui all’ inizio.
Dopo tutto questo esordio inizia la presentazione di tutti i cantanti che parteciperanno alla finale, accompagnati naturalmente da tanto di sigla e bandiera Nazionale. È già spettacolo perché anche nel modo di presentarsi sanno che possono attirare le simpatie dei votanti europei. Scrosciante applauso per il gruppo ucraino: era prevedibile.
Il clima è quello che tiene insieme con una formula davvero azzeccata la modalità di presentazione delle Nazioni tipica delle olimpiadi e dei grandi tornei internazionali e della spontaneità delle rassegne sonore. Poi le tante regole per i votanti da casa e per le giurie. Finalmente si parte, il primo gruppo è quello della Repubblica Ceca.