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I 100 anni di Vittorio Gassman: a Roma una grande mostra per raccontarlo

Dal 9 aprile al 29 giugno, sarà all'Auditorium Parco della Musica di Roma e poi dal 6 luglio si sposterà al Palazzo Ducale di Genova. Curata da Alessandro Nicosia, insieme alla vedova Diletta D'Andrea Gassman e al figlio Alessandro

I 100 anni di Vittorio Gassman: a Roma una grande mostra per raccontarlo
In foto, Vittorio Gassman
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9 Aprile 2022 - 19.26


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Vittorio Gassman è tra i personaggi italiani più stimati e amati di sempre: uno dei pilastri del Novecento, carismatico e pieno di umorismo, tra teatro, cinema e Tv, dimostrava tutto il suo talento e tutte le sue peculiarità.

Per la prima volta, a quasi 100 anni dalla sua nascita, una mostra lo racconta.

Alessandro Nicosia, insieme alla vedova Diletta D’Andrea Gassman e al figlio Alessandro, ha curato questo viaggio con foto e video inediti, con materiali mai visti prima e diversi oggetti di scena, tra cui anche la super Lancia Aurelia B24S del Sorpasso.

Dal 9 aprile al 29 giugno la mostra sarà all’Auditorium Parco della Musica di Roma, per poi spostarsi al Palazzo Ducale di Genova dal 6 luglio.

Volevo una mostra che non fosse funerea, ma viva come lui – racconta il figlio Alessandro all’Ansa – Sono convinto sia importante anche per far scoprire ai giovani non solo Vittorio Gassman ma tutta quella generazione di talenti che ha vissuto sulla propria pelle l’orrore della guerra e della ricostruzione e che ebbe la capacità di rilanciare il Paese attraverso la cultura, il cinema, il teatro e la letteratura. In un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, con due anni di Covid e ora una guerra mostruosa vicino a noi, può essere interessante capire come hanno fatto, per prevedere una ripartenza importante anche oggi in questo Paese così in difficoltà”.

La mostra, che si estende su circa 1000 metri espositivi, prevede un percorso in cui Vittorio Gassman viene raccontato a partire dai momenti più importanti della sua vita privata, fino ad arrivare ai grandi successi della sua vita professionale.

In particolare, il percorso inizia dagli anni in cui un Vittorio Gassman, giovanissimo, trionfava in ogni sport, per poi attraverso Shakespeare e l’amore per Dante, dalla grande scommessa del Teatro Popolare italiano e alla maratona in scena dei Sette giorni all’asta. Segue poi la sua collezione personale di premi per arrivare infine a tutto il cinema: L’Armata Brancaleone, I Soliti Ignoti, La Famiglia. Manca solamente il primo film (purtroppo perduto) “Incontro con Laura”, di Carlo Alberto Felice, girato nel 1946.

Sono compresi anche materiali provenienti dall’Accademia Silvio d’Amico, dall’Istituto Luce, dal Centro sperimentale di cinematografia e dalla Rai, oltre ai più preziosi reperti di casa, come il cavallo di legno realizzato da Mario Ceroli per il memorabile Riccardo III di Luca Ronconi; o anche le foto di scena e nei camerini scattate da Diletta dopo aver vissuto 32 anni insieme.

A Genova – aggiunge Alessandro Nicosia – la mostra si arricchirà anche di una sezione dedicata al rapporto con la sua città sulla quale si sta impegnando tantissimo Renzo Piano. Ha scovato anche la maquette del Moby Dick in archivi di Parigi.”

La cosa più bella di Vittorio? – riflette la moglie Diletta – L’anima. Era un’anima tormentata, che cercava. La sua fu scambiata per depressione ma era una ricerca del mistero, dell’assoluto, di Dio. Vittorio aveva paura della morte, come tutti noi. Lui un po’ di più, perché era estremamente sensibile e pieno di vita, quindi la morte non gli apparteneva”.

Nella mostra la parte che più mi intenerisce è quella familiare“, aggiunge.

“Era un padre delizioso, ma lo ha scoperto tardi, con Alessandro. Prima era troppo presto. D’altra parte, quando è nata la prima figlia, Paola, aveva 21 anni: non aveva tempo, doveva pensare alla carriera. Ha recuperato dopo, anche se ormai erano un uomo e una donna. Ma ha avuto rapporti, diversi, con tutti e quattro i suoi figli. Un po’ sono stata anche io l’artefice di tutto questo. Abbiamo avuto una vita straordinaria insieme. Non smetterò mai di ringraziarlo“, conclude.

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