di Elia J. Frollà
‹‹Vi ringrazio tutti, siete stati fantastici, io non merito tutto questo – ha affermato il regista – ho visto la mostra ieri sera e mi sono commosso, è stato come tornare indietro, agli albori della mia carriera››.
La colossale mostra curata da Domenico De Gaetano e Marcello Garofalo, frutto di un lavoro di quattro anni per via dei rinvii e ritardi della pandemia, è stata presentata attraverso uno spettacolo di musica, video e interventi, nell’ Aula del Tempio della Mole Antonelliana. Ripercorre tutta la carriera di Dario Argento, dal primo film L’uccello dalle piume di cristallo all’ultimo Occhiali neri passando per il costume che Armani disegnò per Jennifer Connelly in Phenomena. Bozzetti, manifesti, fotografie, oggetti di scena, spezzoni di film, oggetti meccanizzati, esperienze sonore e costumi si snodano sulle rampe espositive del Museo del Cinema. Un percorso suggestivo che porta il visitatore dentro i sogni, le visioni e le storie che danno vita ai suoi film. Ad arricchire si aggiungono anche una serie di informazioni che permettono di ricostruire l’esperienza biografica e artistica con testimonianze proprie e di altre celebrità del cinema e della cultura.
Il regista, che ha presentato al pubblico del Cinema Massimo la versione restaurata di Suspiria, è stato insignito nella serata di inaugurazione del Premio Stella della Mole per l’innovazione artistica. ‹‹Argento è uno dei maestri del cinema italiano tra i più apprezzati al mondo – ha osservato Enzo Ghigo, il presidente del Museo del Cinema – ha spaziato tra giallo, thriller e horror, creando un personalissimo e seducente immaginario frutto di un talento figurativo fuori dal comune. Più che un regista è un artista, il suo cinema dialoga con le altre arti e ogni film è una riflessione sulla natura dell’immagine e sulla sua percezione, facendo tesoro delle esperienze del precinema e degli studi a cavallo tra ottica e psicanalisi. Un vero gigante!››.
Il maestro del brivido, tra i registi italiani più famosi e apprezzati all’estero, ha poi ulteriormente confermato il proprio amore per la Torino che lo celebra, città che in film come Il gatto a nove code, Profondo rosso, Velluto blu aveva assunto forme spettrali e perturbanti. ‹‹Vivrei davvero molto volentieri in questa città, così piena di bellezza, di grandi palazzi, elegante, coronata dalle montagne – ha detto Argento – ma non posso, ho la mia famiglia a Roma e altre cose là che mi trattengono, ma venirci per me è un piacere profondo. Per questo motivo questo omaggio mi arriva al cuore››.
‹‹È una mostra su Dario Argento. Ma chi è Dario Argento? Io sono solo un uomo che fa film con quel nome, film nei quali metto i miei sogni, le mie visioni, storie che spesso mi nascono nel cervello per caso››, dice il regista. Per scoprire chi è veramente Dario Argento, quindi, basta addentrarsi e perdersi nell’esposizione monstre che ne racconta il successo.
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