La Madonna del Parto di Piero della Francesca dovrà tornare nella sua sede originaria, ossia nella chiesa di Santa Maria di Momentana, presso il cimitero di Monterchi (Arezzo). Lo ha stabilito il Consiglio di Stato che ha respinto l’ultimo ricorso del Comune e ribadito la sentenza che era già stata pronunciata dal Tar: cioè la collocazione del celebre dipinto di Piero deve essere nel luogo in cui fu realizzato, cioè a Momentana anche se la chiesa originaria, quella in cui il maestro del Rinascimento mise in opera il capolavoro, non esiste più dalla fine del ‘700.
La ‘Madonna del Parto’ è una delle espressioni più alte del Rinascimento.
Non sappiamo bene quando fu realizzata (la datazione spazia dal 1450 al 1475), non sappiamo chi fossero i committenti né quale fosse l’occasione per cui la Madonna fu realizzata, ma sappiamo che questo affresco (oggi staccato dalla sua sede originaria, la chiesa di Santa Maria di Momentana) fu terminato in appena sette giorni di lavoro.
La Madonna è incinta (una rappresentazione non frequente) e, in piedi al centro di un baldacchino di prezioso broccato, si mostra a chi la guarda. E’ disposta di tre quarti, perché risulti ancora più evidente la sua gravidanza ormai avanzata e con la mano destra si accarezza il ventre, con un gesto di pudore e protezione ma anche di consapevole fierezza. Gli occhi sono abbassati sul ventre ma la sua espressione sembra quasi presagire il destino del figlio che porta in grembo. Due angeli, simmetrici e speculari nei colori e nel disegno, con un gesto deciso e rapido aprono la tenda del baldacchino affinché i fedeli possano contemplare la Vergine, maestosa, solenne e allo stesso tempo umile, con la mano sinistra poggiata sul fianco e la veste leggermente scostata.
“È un atto di prepotenza – ha detto il sindaco Romanelli – A Momentana non ci sono le condizioni per accogliere la Madonna del Parto, il ministero della Cultura non ha voluto ascoltare le nostre ragioni“.
Il critico d’arte Vittorio Sgarbi la pensa diversamente: “Lo spostamento della Madonna del Parto – dice all’ANSA – mi sembra un’opportunità per trasferirla da un luogo vagamente ospedaliero, quello dove si trova ora, alla cappella dove è stata portata a compimento“. Inoltre, “di fronte a questa temporanea moratoria – suggerisce -, per ricollocarla si può pensare, andando nella direzione delle due sentenze di Tar e Consiglio di Stato, di farsi autorizzare ad ampliare la cappella e renderla consona ad accogliere, in una teca, senza più affiggere l’opera al muro, l’opera di Piero restituendole tutto il suo significato di ex voto e di richiamo per un turismo religioso e devozionale“.