Questa mattina, durante un confronto con Luca Bernardo (ex candidato sindaco del centrodestra a Milano e consigliere comunale) sulla situazione in Ucraina, il sindaco di Milano e presidente del Cda del Teatro alla Scala Giuseppe Sala ha lanciato un messaggio forte e chiaro al al direttore d’orchestra Valery Gergiev, amico e sostenitore di Vladimir Putin che in questi giorni si trova alla Scala con “La dama di picche” di Čajkovskij: se il maestro «non prenderà una posizione precisa contro questa invasione», la Scala sarebbe costretta a «rinunciare alla collaborazione».
Ad appoggiare Sala c’è anche Dominique Meyer, sovrintendente del teatro. «Di fronte a queste situazioni bisogna intervenire», ha dichiarato il primo cittadino, aggiungendo che qualora non arrivasse una dichiarazione da parte di Gergiev, “La dama di picche” in programma tra il 5 e il 13 marzo o non si terrà, o «si troverà un altro maestro».
Ieri sera, al suo debutto al Piermarini, il direttore d’orchestra ha ricevuto qualche sporadico «buu» e un «vattene» gridato dal loggione prima dell’inizio, ma al termine della serata è stato salutato con nove minuti di applausi. Nulla rispetto alla contestazione già annunciata per venerdì alla Carnagie Hall per le sue posizioni notoriamente filogovernative.
Era stata la Cisl, alla vigilia del debutto, a sollevare il tema dell’inopportunità della direzione di Gergiev con una guerra alle porte: «Il grande maestro non ha mai perso occasione per ribadire la sua vicinanza e la sua amicizia al presidente russo Vladimir Putin. Sarebbe importante se Gergiev, uomo di cultura e, auspichiamo, uomo di pace, volesse lanciare un messaggio di speranza e di pace all’Italia e al mondo da un palcoscenico così importante come quello del Teatro alla Scala», si leggeva in una nota.
Dello stesso parere dunque anche il sindaco Sala: «Credo che vadano benissimo le dichiarazioni a sostegno del popolo ucraino e le manifestazioni. Però bisogna fare di più. Lo dobbiamo fare noi, lo deve fare la politica, e quindi la diplomazia, e lo deve fare il mondo dell’economia».
Nel frattempo, oggi a Milano è previsto alle 18 un presidio pacifista proprio in Piazza della Scala, contro la guerra in Ucraina. «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» dichiarano gli organizzatori (tra cui figurano Anpi, Arci, Acli, Cgil, Cisl e Uil), riportando l’articolo 11 della nostra Costituzione.