''Walking in Art'': il Festival di Todi inaugura la seconda edizione con Pomodoro e Pepper | Culture
Top

''Walking in Art'': il Festival di Todi inaugura la seconda edizione con Pomodoro e Pepper

Per l'inaugurazione del Festival delle Arti, il comune di Todi in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro, ha allestito nel centro storico le ''Stele'' e gli ''Scettri'' dello sculture

''Walking in Art'': il Festival di Todi inaugura la seconda edizione con Pomodoro e Pepper
Preroll

redazione Modifica articolo

25 Luglio 2021 - 12.53


ATF

di Camilla Annicelli

Erano gli anni ’60 del Novecento quando Giovanni Caradente, critico e storico dell’arte, invitò Arnaldo Pomodoro e Beverly Pepper alla mostra di Spoleto da lui organizzata. Fu chiamata ”Sculture nella Città”. E fu proprio in questi anni, in questa particolare occasione, che Pomodoro e Pepper ebbero modo di conoscere e assorbire l’influenza e la visione artistica di Caradente.

E quest’anno, nella giornata del 24 luglio, il Festival delle Arti di Todi inaugura la sua seconda edizione, celebrando il genio e la passione dei quei due pionieristici artisti con l’installazione di due delle opere di Pomodoro e la mostra ”Arnaldo, Beverly e l’Umbria” proprio nello spirito artistico di Caradente che, ispirato dall’arte informale, sosteneva che fosse giunto il momento di creare opere d’arte, monumenti e sculture che non si limitassero ad un’esposizione passiva negli spazi pubblici. Lo scopo principale non era quello di riempire le piazze, ma anzi creare opere che fossero adatte per rendere possibile un’interazione con chi le osservava, capaci di provocare lo spettatore.

Arnaldo Pomodoro proveniva dall’arte orafa mentre Pepper dalla pittura, ciononostante i due, influenzati dalla visione di Caradente, si ritrovarono a condividere lo stesso percorso artistico in cui la scultura faceva da protagonista. Seppur con  modalità differenti, i due artisti iniziarono ad inserire nei loro lavori forme geometriche e cominciarono ad utilizzare figure che potessero connettersi con il mondo esterno, tentando così di promuovere l’arte come impegno umano e sociale, piuttosto che come decorazione. Ed entrambi, proprio per questo, vengono celebrati e ricordati a Todi.

In Piazza del Popolo, la stessa piazza medievale in cui vennero presentate, nel 1979, le ”Quattro Sentinelle” di Beverly Pepper, sono state allestite in via temporanea -”Ma speriamo restino per sempre” ha scherzato il sindaco di Todi Antonino Ruggiano, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto.  Le quattro ”Stele” (1997-2000) di Pomodoro,  quattro colonne bronzee, alte 7 metri l’una occupano, di nuovo, spazi urbani.  Al loro interno sono scavate una molteplicità di figure geometriche e segni che sono, come ha spiegato Paola Boccaletti, una delle coordinatrici delle Fondazione Pomodoro, un loro specifico linguaggio da leggere quasi con un percorso autonomo. E’ stato lo stesso scultore a ricordarlo più volte.

Le ”Stele” sono state posizionate esattamente al centro della piazza così si possano ammirare da una duplice prospettiva: da una parte è possibile scorgere sullo sfondo la Cattedrale della Santissima Annunziata, dall’altra il Palazzo dei Priori.

”Nelle ”Stele” è interessante il contrasto che vi è tra la parte lucidata e i tagli presenti. La prima riflette gli edifici circostanti e va ad allungare le dimensioni dell’opera, riuscendo così ad esprimere una sorta di serenità apollinea. Mentre i tagli e gli scavi, se si osserva la scultura da vicino, rimandano una fermentazione dionisiaca”, ha spiegato la curatrice del Festival Francesca Valente durante la visita.

Poco lontano dalla piazza invece, nei Giardini Oberdan, sono state allestite le cinque sculture di alluminio, definite da Pomodoro ”Scettri” (1987-1988), concesse in comodato gratuito per una durata di cinque anni alla città di Todi dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro. Gli ”Scettri”, già presentati alla Biennale di Venezia nel 1988, sono alti oltre cinque metri e anch’essi, al loro intero, riportano gran parte di quelle forme geometriche che caratterizzano le creazioni di Pomodoro.

La giornata di inaugurazione si è conclusa con la mostra ”Arnaldo, Beverly e l’Umbria”, allestita nella Sala dei Portici, con l’obiettivo di creare uno spazio che potesse aiutare il pubblico a comprendere, nel suo complesso, il percorso artistico dei due scultori. La mostra infatti, attraverso l’esposizione di materiali, foto e filmati, racconta al pubblico non solo la vita di Pomodoro e Pepper, nati entrambi negli anni ’20 del Novecento, ma anche come tutti gli avvenimenti storici, politici ed economici, dalle guerre all’ultima globalizzazione, abbiano caratterizzato la loro creazione artistica considerata del tutto visionaria. ”Le opere di Pomodoro e Pepper sono punti di riferimento, landmark territoriali che rafforzano il senso di appartenenza al luogo per il quale sono state pensate e nel quale sono state inserite”, ha affermato Paola Boccaletti, Coordinatrice del Dipartimento educativo alla Fondazione Arnaldo Pomodoro.

Sono state diverse le opere esposte, tramite fotografie, di Pomodoro e Pepper nella mostra. Rispettivamente vi erano sculture come la ”Lancia di Luce” (1985-1995), esposta ora nel comune di Terni, la ”Colonna del Viaggiatore” (1962) o ancora ”Carapace” (2005-2012), la cupola in legno lamellare rivestita con laste di rame. Mentre di Pepper, vi erano raffigurate ”Ascensione” (2008) e ”Todi Columns” (1979-2019).

In onore della scultrice Beverly Pepper inoltre, scomparsa lo scorso anno all’età di 97 anni, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti ”Pietro Vannucci” e UNU unonell’unico, è stato realizzato il progetto ”Premio Beverly Pepper”, a cui è collegato la mostra di Fabrizio Riccardi presso lo Spazio UNU unonell’unico, i Nicchioni Romani e la Sala Affrescata disponibile e ad accesso gratuito fino alla fine di settembre.

”L’Umbria è il cuore verde dell’Italia”: quante volte abbiamo sentito questa frase? Basta leggere una guida turistica qualsiasi per ritrovarsi di fronte quest’affermazione. Il problema è che l’Umbria, le sue province e i suoi comuni non sono questo. O meglio, non sono soltanto questo. Mi sia concessa una considerazione personale. Fin da bambina, essendo nata a Terni, ho ascoltato e riascoltato discorsi che descrivessero la bellezza di questa regione per la sua splendida flora e la sua rigogliosa vegetazione eppure, quando mi guardavo intorno, non era quello che notavo e mi domandavo il motivo per cui promuovere qualcosa, in questo caso l’Umbria e le sue città, significasse automaticamente nascondere la sua storia e la sua vera identità.

Non è un caso se un artista come Arnaldo Pomodoro, con il suo passato popolato da guerre e totalitarismi fosse così legato ad una regione come l’Umbria. Piccole realtà postindustriali come Terni, Perugia, Todi e Spoleto hanno conosciuto i drammi dei bombardamenti, del più gretto nazionalismo e della crisi economica. L’Umbria rappresenta la vera working class, gli operai, le fabbriche, il sudore, la fatica e la resilienza di un popolo e Pomodoro, pur essendo nato in Emilia-Romagna, ha instaurato un rapporto confidenziale, intimo e profondo con questa regione che, a sua volta, si è dimostrata spazio di accoglienza per la sua arte e le sue sculture così tormentate ed inquiete.  Il Festival delle Arti, in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro, è riuscito a rappresentare l’individualità e l’autenticità di una regione come l’Umbria, nella sua interezza.

Il Festival delle Arti di Todi, ”Walking in Art”, continuerà ad essere disponibile fino al 26 settembre 2021.

Native

Articoli correlati