Questo 14 luglio, festa nazionale per la Francia, si è trasformato improvvisamente in un giorno di lutto non solo per la nazione ma per tutta l’Europa, che piange la scomparsa di Christian Boltanski, il cosiddetto ‘artigiano della memoria’, uno dei più grandi artisti del nostro tempo la cui infanzia e in seguito la sua arte sono state profondamente segnata dall’orrore della Shoah. Fotografo, scultore, regista, cominciò con la pittura che abbandonò abbastanza presto, anche se soleva definirsi pittore. A renderlo celebre nel mondo intero sono state soprattutto le installazioni in cui mischiava angosce, emozioni e ricordi.
Il suo nome è legato a doppio filo anche all’Italia e soprattutto a Bologna, per aver trasformato in un’installazione artistica il relitto del Dc-9 dell’Itavia precipitato in mare alle 20.50 del 27 giugno 1980 a largo di Ustica. L’opera si trova nel museo per la memoria di Ustica, promosso dall’associazione dei familiari delle vittime. Boltanski ha rimesso insieme duemila frammenti circondati di 81 specchi, di 81 voci, di 81 lampadine che provano (con un crescere e diminuire d’intensità) a restituire alle 81 vittime almeno il respiro della memoria, grazie anche alla lista dei loro effetti personali. “Ho voluto ricostruire la memoria della catastrofe – disse l’artista francese all’inaugurazione, nel 2007 – ma con gli specchi anche far partecipare ogni spettatore all’installazione”.
La sua scomparsa è stata annunciata dal sito internet del quotidiano Le Monde, poi dal Le Figaro e confermata da Bernard Blistène, ex direttore del Centre Pompidou, il Museo d’Arte Moderna di Parigi, che gli consacrò una grande mostra a inizio 2020. “Sì, è morto stamattina all’ospedale Cochin di Parigi, dov’era da qualche giorno. Era un uomo pudico, ha nascosto le cose per quanto ha potuto”ha dichiarato Blistène intervistato dall’agenzia France Presse, deplorando “una grandissima perdita. Più di tutto amava la trasmissione tra gli esseri, attraverso i racconti, i ricordi. Resterà uno dei più grandi contastorie del suo tempo. Era un inventore incredibile”.