In Sicilia i beni culturali dipendono dalla Regione, non dallo Stato. In Sicilia un disegno di legge regionale ha suscitato proteste con una raccolta di firme online perché, a detta dei promotori mette a repentaglio la salvaguardia di un “patrimonio culturale e paesaggistico”. Si parla di un patrimonio, anche di siti monumentali storici, che ha subito spesso, in passato, scempi e stravolgimenti per speculazioni edilizie sul territorio e chi ha provato a tutelarlo ha spesso perduto la battaglia.
La mozione vede come primi firmatari Giuliano Volpe, archeologo, presidente della federazione delle consulte universitarie di archeologia, ex presidente del Consiglio superiore del Ministero dei beni culturali, componente del Consiglio Regionale dei beni culturali della Sicilia, Manlio Mele, architetto, urbanista, già deputato per la Rete all’Assemblea regionale siciliana (che viene spesso sintetizzata dalla sigla Ars).
“Il disegno di legge nasconde tra le pieghe, nemmeno troppo occultati, evidenti rischi di un nuovo attacco speculativo al paesaggio siciliano, verosimilmente promosso da spregiudicate lobbies”, scrivono i promotori in una nota stampa. Come? Per esempio il disegno di legge “esautora le Soprintendenze dal ruolo di garanti della tutela del patrimonio culturale e paesaggistico”. In sostanza, si toglierebbe potere di veto e decisioni a chi deve provvedere alla tutela e quindi, come ipotesi, direbbe no a costruzioni là dove non devono esserci.
Altro passaggio della mozione: “spostare il processo autorizzativo degli interventi sui beni paesaggistici dal livello regionale e tecnico delle Soprintendenze a quello locale e politico dei comuni, determinando una inevitabile maggiore ‘sensibilità’ alle istanze particolaristiche degli elettori”. Detto in altro modo: a livello locale è più difficile dire “no” a un progetto speculativo, a livello locale si è molto “sensibili” agli interessi privati anche a discapito del bene pubblico.
La mozione elenca altri motivi per contestare il disegno di legge, pur con un linguaggio necessariamente formale (è sempre una petizione ufficiale): per leggerla e/o aderire clicca qui