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Scoperto affresco di gladiatori in lotta a Pompei

La scena raffigura un “mirmillione” mentre vince e un un “trace” che soccombe. Il direttore Osanna: “Rappresentazione molto realistica”

Scoperto affresco di gladiatori in lotta a Pompei
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11 Ottobre 2019 - 13.31


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Pompei oramai sforna piccoli e grandi ritrovamenti a gettito continuo o quasi. L’ultima scoperta divulgata dal Parco archeologico diretto da Massimo Osanna è la scena di due gladiatori al termine del combattimento dove uno vince mentre l’altro soccombe. L’affresco è emerso nell’area di cantiere della Regio V, durante i lavori di messa in sicurezza e sui fronti di scavo inseriti nel Grande Progetto Pompei.

I glatiadori sono un mirmillone e un Trace. “Su uno sfondo bianco, delimitato su tre lati da una fascia rossa, si compone la scena di lotta tra i due gladiatori. Quello sulla sinistra è un “Mirmillone” della categoria degli “Scutati”: impugna l’arma di offesa, il gladium, (corta spada romana) e un grande scudo rettangolare (scutum) e veste un elmo a tesa larga dotato di visiera con pennacchi, il cimiero. L’altro, in posizione soccombente, è un “Trace”, gladiatore della categoria dei “Parmularii”, con lo scudo a terra. È rappresentato con elmo (galea), a tesa larga ed ampia visiera a protezione del volto, sormontato da un alto cimiero”, riferisce l’istituto campano.

L’affresco misura circa 1,12 metri per un metro e mezzo ed è emerso “in un ambiente alle spalle dello slargo di incrocio tra il Vicolo dei Balconi e il vicolo delle Nozze d’Argento. Ha forma trapeizodaile, in quanto era collocato nel sottoscala, forse di una bottega. Si intravede al di sopra della pittura, l’impronta della scala lignea. Molto probabilmente decorava un ambiente frequentato da gladiatori, forse una bettola dotata di un piano superiore, destinato ad alloggio dei proprietari dell’esercizio commerciale o come di frequente, soprattutto vista la presenza di gladiatori, destinato alle prostitute”.

Per il direttore generale Osanna il luogo era probabilmente frequentato dai gladiatori, la cui caserma non era lontana. “È una rappresentazione estremamente realistica delle ferite, come quella al polso e al petto del gladiatore soccombente, che lascia fuoriuscire il sangue e bagna i gambali. Non sappiamo quale fosse l’esito finale di questo combattimento. Si poteva morire o avere la grazia. In questo caso c’è un gesto singolare che il trace ferito fa con la mano, forse, per implorare salvezza; è il gesto di ad locutia, abitualmente fatto dall’imperatore o dal generale per concedere la grazia”.

Sul ritrovamento interviene il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini: “Pompei, fino a qualche anno fa, era conosciuto nel mondo per la sua immagine negativa: i crolli, gli scioperi e le file dei turisti sotto il sole. Oggi è un sito accogliente, ma soprattutto è un luogo in cui si è tornati a far ricerca, attraverso nuovi scavi”.

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