Ivano di Carlo
Chiediamoci tutti: che Europa vogliamo e quale vogliamo raccontare alle future generazioni?
L’Europa nata dalle rovine materiali, morali ed etiche della seconda guerra mondiale, è ancora oggi una sintesi alla quale contribuire a dare nutrimento. L’alimento dei valori del rispetto dell’uomo, della democrazia rappresentativa e del … “mai più! È per questo che avrei raccontato favorevolmente di gesti di solidarietà umana, sociale. Di quella “Grande Bellezza” (sorrentiniana) che spesso nei secoli il nostro continente ha saputo rappresentare al meglio. Nell’ottica del memento, Antonio Camarò, artista valenciano, realizza e dona, al Campo di Mauthausen la sua ultima opera “La bestia umana”. Opera voluta da Amical Mauthausen – un’associazione che difende il ricordo delle vittime del nazismo in Spagna e dei circa cinquemila cittadini spagnoli “sterminati” (gli ex combattenti nel Fronte Popolare, della guerra di Federazione Valenciana de Municipios y Provincias – FVMP per omaggiare Spagna 1936) nel campo di concentramento, e per commemorare i 70 anni di Mauthausen.
L’orrore umano è rappresentato dall’artista spagnolo con una serie di diavoli, che danno l’immagine dell’infernale ambito della vita nel campo. Il diavolo al centro dell’opera lascia sgocciolare dal suo membro alcune gocce di urina che ricadono sui detenuti, ai suoi piedi. Da lì a qualche mese dall’esposizione in una delle sale museali, è stata fatta montare una polemica aspra da parte delle istituzioni austriache , con l’accusa di immoralità dell’opera (eravamo nel clou dell’attacco anti-europeista), che ha spinto Camarò a rimuovere la sua opera, con sua grande delusione. Come non ricordare la politica dell’Austria, in ambito Europeo? Ho conosciuto Antonio Camarò, e ne ho apprezzato l’impegno ed il lavoro da intellettuale organico in occasione del convegno europeo su Pierpaolo Pasolini dello scorso ottobre, presso l’associazione Enrico Berlinguer – Circolo Alberto Menichelli di Roma. È stata l’accusa di “Immoralità” che ha ferito Antonio, non solo politicamente.
Il ricordo è stato immediato, la stessa censura rivolta a “Salo’ e le 120 giornate di Sodoma” e al suo autore, Pierpaolo Pasolini. Stessa accusa: “amorale!”, dopo la presentazione del film a Cannes, a tre settimane appena dal suo barbaro e commissionato omicidio.
Ma immorale è stato il nazifascismo, e i suoi interpreti!
Questo dovremmo ricordare, far vivere e rappresentare ai nostri figli, e alle generazioni future.
PS. Da giorni l’opera è stata ricollocata al suo posto, a Mauthausen.