Ste.Mi.
Biglietti per entrare al Corridoio Vasariano a Firenze a 45 euro, benché nell’alta stagione che va da marzo a ottobre e non tutto l’anno (le scolaresche entreranno sempre gratis). La decisione del direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt in vista della riapertura nel 2021 del tratto dagli Uffizi a Palazzo Pitti a Firenze ha sollevato forti critiche sul web, soprattutto dopo che il Fatto Quotidiano ha dato salomonicamente voce a due pareri contrapposti nel numero del 21 febbraio scorso: favorevole Stefano Feltri (“Meglio pagare i costi coi biglietti che con le tasse” il titolo al suo articolo), nettamente contrario Tomaso Montanari (“L’arte non può diventare solo un bene di lusso”). E dal fronte dello storico dell’arte fiorentino va riconosciuto un dato di fatto semplice e chiaro: 45 euro a persona può essere un salasso per una coppia dove una delle due parti non ha un lavoro ben retribuito, è precario/a, è in cassa integrazione o disoccupato, o riceverà il fantomatico reddito di cittadinanza, per non dire che può pesare molto di una famiglia di quattro persone con stipendi normali. In altri termini: è una discriminazione sociale non dichiarata.
Suscita discussioni anche la scelta, annunciata peraltro da molto tempo di Schmidt, di eliminare la collezione di autoritratti e ritratti (il Corridoio ne esponeva circa 700) che collocherà in sale interne alla Galleria, e di sostituirla con iscrizioni greche e romane, sculture classiche e con riproduzioni fotografiche degli scempi provocati ai ponti di Firenze dai nazisti nel 1944 e lo sventramento causato dall’autobomba mafiosa presso gli Uffizi nel 1993. Discussioni comprensibili che Schmidt spiega con ragioni di tutela: i dipinti sarebbero a rischio con tanti visitatori. Ma ha più risonanza, più implicazioni sociali e scoraggia più fasce di persone il biglietto a 45 euro nei mesi più frequentati dell’anno per un tragitto di 505 metri: quel mezzo chilometro fa parte del Corridoio lungo complessivamente 760 metri da Palazzo Vecchio e Giorgio Vasari costruito in pochi mesi nel 1565 da Giorgio Vasari per Cosimo I de’ Medici.
Musei Il Corridoio Vasariano ricorderà gli orrori di mafia e nazisti