Con le sue vedute nitide, precise, vaste, Giovanni Antonio Canal più noto come Canaletto ha incarnato l’apice di una pittura vedutista con Venezia quale soggetto più frequentato, seppur non l’unico. Mentre Vicenza si appresta a inaugurare, dal 23 novembre al 10 marzo, la mostra “Il trionfo del colore. Da Tiepolo a Canaletto e Guardi. Vicenza e i capolavori dal Museo Pushkin di Mosca”, al Museo Civico di Palazzo Chiericati e alle Gallerie d’Italia a Palazzo Leoni Montanari, per vie del tutto indipendenti oggi venerdì 16 novembre Sky Arte trasmette ” Canaletto a Venezia” (canale 120 e 400 di Sky): è un film diretto da David Bickerstaff sull’artista “con una visita esclusiva tra i luoghi che lo conquistarono e attraverso le collezioni di Buckingham Palace e Windsor Castle”, avvertono le note stampa.
Perché lo chiamavano tutti Canaletto? Perché era piccolo di statura, ricordano gli esperti nel documentario. Canaletto fu molto amato, in Europa (e nell’Europa centrale propagò il suo vedutismo il nipote di gran talento Bellotto). Infatti la più corposa raccolta di suoi opere è nella Royal Collection: nel 1762 re George III comprò tutti dipinti, disegni e stampe dell’artista che aveva acquistato per la sua collezione Joseph Smith, il suo agente commerciale nel Regno Unito, console britannico a Venezia e introdusse l’arte di Canaletto ai suoi connazionali.
Oltre alle riprese veneziane, Bickerstaff ha potuto entrare con le telecamere in due residenze reali ufficiali, Buckingham Palace con la Galleria della regina e Windsor Castle. E riprende quindi le vedute veneziane dal Ponte del Rialto a Piazza San Marco, da Palazzo Ducale fino alla Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, sotto la guida dei curatori della Royal Collection Trust e di esperti mondo della storia veneziana.
Attraverso oltre 200 dipinti, disegni e stampe dalle collezioni reali, il regista vuole fornire una visione approfondita del Canaletto, del suo tempo e di Venezia. Anche se il pittore ritenuto emblema della Venezia così com’era invece non esitava a manipolare la realtà: partendo dalla visione reale, poteva cambiare posizione agli edifici, aprire prospettive, creare architetture, elaborava quindi una realtà più “vera” del reale. Un uomo solitario, generoso nel sostenere le tre sorelle, poco appariscente, nell’osservare la luce, per uno storico e mercante d’arte intervistato amava i cani tante sono le volte che dipinse i nostri amici a quattro zampe.