Julie Maroh è la fumettista francese autrice della graphic novel (anzi, il romanzo grafico” per seguire i francesi che non virano tutto sull’inglese) “Il blu è un colore caldo” (Rizzoli Lizard) sulla storia d’amore di due ragazze e da cui è stato tratto il film di Abdellatif Kechiche “La vita di Adele” (Palma d’oro a Cannes). La fumettista da pochi mesi è di nuovo in libreria con il volume “Corpi sonori” (Panini editore). In questo libro racconta 21 rapporti d’amore di vario genere e tipo, anche contro i pregiudizi, 21 storie con i vari passaggi, dall’incontro alla rottura.
Di passaggio a un incontro pubblico all’Istituto francese di Firenze (piazza Ognissanti) nella giornata del 7 marzo, a Gaia Rau nell’edizione fiorentina di Repubblica ha detto: “Forse la nostra società è più libera ed evoluta di cinquanta o centocinquant’anni fa, ma i tabù che permangono intorno alla sessualità e al godimento femminile o delle persone transgender sono lì a ricordarci che evolviamo, sì, ma sempre all’interno di un quadro di potere, dove l’attaccamento alle tradizioni e all’ordine sociale impedisce una piena libertà identitaria”. E per la sua Adele “non credo di aver fatto meglio di altri, ma continuo a ricevere moltissime lettere di ringraziamento e testimonianze da tutto il mondo, e questo mi dà la sensazione di aver partecipato a un cambiamento positivo”. Ambienterà la prossima storia, spiega, nel XV secolo a Firenze, quindi in pieno Rinascimento.