Maschere in pietra dalla città della Mesoamerica Teotihucan, vasi Maya; statuette antropomorfe della cultura Olmeca, sculture Mezcala. La mostra “Il mondo che non c’era. L’arte precolombiana nella Collezione Ligabue” intende documentare con oltre 150 pezzi “vita, costumi e cosmogonie delle culture Meso e Sudamericane prima di Colombo”. Civiltà che l’arrivo, anzi l’invasione, degli europei ha spesso frantumato e ridotto in condizioni di schiavitù. Palazzo Loredan a Venezia, sede dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, ospita dal 12 gennaio 2018 e fino al 30 giugno l’esposizione itinerante sulle civiltà precolombiane che avevano prosperato nel continente americano prima dell’arrivo degli europei.
La rassegna comprende opere “dagli Olmechi ai Maya, dagli Aztechi agli Inca”.
“L’incontro di un nuovo continente che, secondo l’antropologo Claude Lévi-Strauss, è forse l’evento più importante nella storia dell’umanità. I reperti vengono dagli attuali Messico, Guatemala, Belize, Honduras, Panama, Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia, Cile, Argentina.
La mostra è stata ideata poco dopo la scomparsa di Giancarlo Ligabue (1931- 2015) – imprenditore e anche paleontologo, studioso di archeologia e antropologia, esploratore che ha partecipato a oltre 130 spedizioni e collezionista. L’ha voluta il figlio Inti Ligabue con la “Fondazione Giancarlo Ligabue” da lui creata continua l’impegno nell’attività culturale, nella ricerca scientifica e nella divulgazione dopo l’esperienza del Centro Studi e Ricerche fondato oltre 40 anni fa dal padre Giancarlo.
Il curatore è Jacques Blazy studioso delle arti pre-ispaniche della Mesoamerica e dell’America del Sud.