Stefano Miliani
Se non è integralismo analogo pari pari a quello degli ayatollah… Nello Stato dello Utah un insegnante d’arte delle scuole elementari è stato licenziato per aver mostrato immagini quadri Boucher, Ingres e Modigliani con figure nude e conservati in luoghi come il Louvre o il Courtauld Institute, non esattamente locali a luci rosse. Ma un genitore ha chiamato la polizia accusandolo di pornografia e il maestro ha perso il lavoro. Per poco non rischiava anche un’incriminazione: si è dovuto occupare del pericolosissimo caso lo sceriffo locale.
I fatti, riepilogati da Daniel Politi su The Slatest, hanno avuto la sequenza che segue. Il 4 dicembre scorso Mateo Rueda, in una scuola nella Cache Valley, ha portato gli allievi del quinto e sesto grado (intorno ai 10-11 anni) in biblioteca per vedere libri d’arte e cartoline da cui prendere spunto per esercizi sul colore. L’insegnante si è reso conto che alcune cartoline raffiguravano nudi: l’Odalisca bruna di Boucher del 1745 circa, La bagnante di Valpinçon (La Baigneuse), del 1808, stupendo nudo di schiena di Ingres, sempre dal Louvre, infine Iris di Amedeo Modigliani (1916, dal Courtauld Institute of Arts, in Gran Bretagna). Niente, peraltro, in confronto a quanto quei ragazzi possono trovare su internet. Eppure qualche genitore è evidentemente terrorizzato dal corpo nudo. E passa alle maniere forti, perché far perdere il lavoro è una maniera di agire forte.
Rueda ha detto ai corrispondenti della Fox di essersi sorpreso per aver trovato quelle immagini, di averle rimosse e di aver spiegato agli studenti che la nudità in arte è una cosa normale. Verissimo. Lo è nell’arte occidentale dai greci in poi, tanto è vero che forse ricorderete quando, per non turbare il presidente iraniano Hassan Rohauni iraniano in visita a Roma, il cerimoniale di Palazzo Chigi obbedì a un ordine di Teheran di coprire le nudità delle statue romane in marmo ai Musei Capitolini. Successe un putiferio per un semplice motivo: la nostra cultura contempla la nudità.
“Ho spiegato alla classe come l’arte a volte mostri immagini che mettono a disagio qualcuno, che l’arte si comprende meglio nel suo contesto adatto, che il corpo umano viene spesso raffigurato nell’arte e che le immagini della raccolta della scuola sono icone della storia dell’arte e un patrimonio dell’umanità”, ha scritto lo sfortunato insegnante in un messaggio a un genitore su Facebook. Difesa inutile. Qualche studente si è turbato, alcuni insegnanti si sono lamentati con la scuola la quale, l’8 dicembre, lo ha licenziato. Del caso si è occupato anche lo sceriffo. Il tribunale ha deciso di non incriminare Rueda ammettendo che non era pornografia. Che anche semplicemente se ne discuta, e si parla di opere d’arte capitali, conferma quanto sia pericolosa una corrente di pensiero simile.