Prima delle attrici di Hollywood, c’è un’artista che ha sfidato la violenza maschile dopo uno stupro: la pittrice caravaggesca, con un timbro molto personale, Artemisia Gentileschi (Roma, 8 luglio 1593 – Napoli, dopo il 31 gennaio 1654).
Di questa maestra dei colori e delle ombre è spuntato fuori un autoritratto finora sconosciuto. Ne dà notizia The Art Newspaper riferendo come l’importante casa d’aste francese Drouot il 19 dicembre abbia venduto per 2 milioni 360mila euro, e partendo da una stima di 300-400mila euro un dipinto in cui la pittrice si raffigura come Santa Caterina. Gli Uffizi hanno un dipinto analogo degli stessi anni, eseguito tra il 1614 e il 1616.
Per l’autrice dell’articolo, Sarah P. Hanson, il quadro è di qualità superiore ad altri autoritratti di Artemisia e, citando le Gallerie nazionali di Londra e Washington, il Getty di Los Angeles e il Louvre che non hanno opere dell’artista, sarebbe bene che un museo pubblico acquistasse questo dipinto piccolo ma bello di una pittrice considerata un’icona del femminismo e del diritto delle donne a essere artiste. Artemisia Gentileschi fu violentata dal pittore Agostino Tassi. Ci fu un processo. Dove, a subire un trattamento umiliante, fu la vittima. Anche se alla fine il violentatore fu condannato, pur senza scontare mai la pena né dover lasciare Roma dove viveva e dove aveva colpito l’artista. La quale, lei sì, lasciò la città dei Papi.
Un aggiornamento che interessa il nostro Paese: il dipinto è stato acquistato da due dei più rinomati antiquari italiani, Marco Voena e Fabrizio Moretti. Ne dà notizia il Giornale dell’Arte, pubblicazione “sorella” di The Art Newspaper.
