Il Parco archeologico del Colosseo ha un direttore, anzi una direttrice: Alfonsina Russo. L’ha nominata la commissione del Ministero dei beni e attività culturali e del turismo voluta dal ministro Dario Franceschini. Archeologa, dirigente del Mibact dal 2009, ha lavorato nella Magna Grecia, nel Molise e nel Lazio. Il curriculum istituzionale ricorda che è stata soprintendente archeologo per l’Etruria meridionale e Soprintendente per l’Archeologia belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale. Ha battuto 77 concorrenti (solo il 15% di provenienza da altri Paesi e non dall’Italia) tra i quali un candidato di spicco come l’attuale soprintendente e architetto Francesco Prosperetti. Una commissione ha selezionato prima i dieci finalisti, poi la terza finale e qui ha deciso il ministro.
Il parco archeologico è un progetto molto contestato perché, per i critici (per esempio autorevoli come l’ex soprintendente archeologo Adriano La Regina), rischia di togliere fondi a istituti che non raccolgono introiti quanto il Colosseo, visto che con Palatino e Fori nel 2016 ha richiamato 6 milioni di visitatori con incassi intorno ai 60 milioni di euro. E soprattutto crea un polo “star” con una suddivisione territoriale sbagliata dei luoghi archeologici romani. Il ministro ha sempre rigettato come infondate le accuse. E sono stati rigettati dal consiglio di Stato due ricorsi al Tar, di cui uno a firma del sindaco di Roma Virginia Raggi che contestava tra l’altro un accordo dell’aprile 2015 prima della sua elezione.
Il ministro ha creato l’ente nel gennaio 2017. I confini – ricorda il Mibact – “coincidono con l’area dell’accordo tra il Ministero e Roma Capitale per la valorizzazione dell’area archeologica centrale sottoscritto in data 21 aprile 2015”. Del parco fanno parte l’Anfiteatro Flavio (il Colosseo quindi), il Foro romano, il Palatino, la Domus Aurea e la Meta Sudans, “nonché ogni altro monumento o immobile, ricompreso nell’area archeologica dell’Accordo”. Alfonsina Russo sarà l’unico referente e avrà pieni poteri. Ha un incarico di quattro anni con uno stipendio lordo di 145mila euro, più eventuale compenso in base ai risultati non superiore ai 35mila 000 euro. Nel Lazio, ricorda l’ufficio stampa ministeriale, ha curato il “Progetto Experience Etruria, premiato all’Expo 2015 di Milano”, ha seguito “la promozione dei Cammini di San Paolo e di San Francesco, in occasione del Giubileo del 2016”.
Franceschini ovviamente difende la propria scelta: “Si tratta di un profilo di altissima qualità che saprà coniugare ricerca, innovazione e tutela per uno dei monumenti più celebri al mondo e autentica icona dell’Italia. Come si vede tutte le polemiche sulla scelta di stranieri a guidare i musei o sulla mancata valorizzazione delle professionalità esterne al Ministero, erano fuori luogo”.
La commissione giudicatrice era presieduta da Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia. Ne hanno fatto parte Luca Giuliani, professore di archeologia classica e rettore del Wissenschaftskolleg zu Berlin; Keith Christiansen, storico dell’arte e John Pope-Hennessy Chairman del dipartimento di pittura europea del Metropolitan Museum of Art di New York; Lorenzo Casini, professore ordinario di diritto amministrativo nella Scuola Imt Alti Studi di Lucca (e consigliere del ministro); Claudia Ferrazzi, membro del consiglio di amministrazione del Museo Louvre Lens. Il consiglio di amministrazione del parco, già nominato, comprende
Irina Bokova, già direttore generale dell’Unesco, Giancarlo Capaldo, già procuratore aggiunto della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Daniele Manacorda, professore ordinario di archeologia classica all’Università Roma Tre, Antonia Pasqua Recchia, già Segretario generale del Ministero.