Selinunte, antica città situata sulla costa sud-occidentale della Sicilia, nell’odierna provincia di Trapani. Qui durante gli scavi negli anni Novanta, l’archeologo tedesco Dieter Mertens localizzò la porta nord dell’antica colonia greca di Megara Iblea, sviluppatasi tra il V e il III secolo a.C.
Oggi l’archeologo invita tuttavia a conservare Selinunte così com’è e com’è apparsa per secoli ai visitatori da tutto il mondo.
“L’idea di una resurrezione di alcune colonne del tempio G mi lascia molto perplesso: temo che, come accaduto con il tempio E, sparisca, attirando l’attenzione su un unico punto, la percezione di monumentalità della grande rovina: quella che abbiamo lì è la più grande rovina greca esistente al mondo”. Continua lo studioso dicendo: “Non c’è un monumento in tutto il mondo greco che esprima questa impressionante distruzione, questa straordinaria monumentalità: nel momento in cui innalziamo lì tre colonne, si ridimensionerà tutta l’impressione che abbiamo della grande rovina. La percezione di questa rovina fa parte della nostra eredità culturale”.
L’archeologo tedesco, direttore per anni dell’Istituto archeologico germanico di Roma, oggi ha 85 anni e racconta così la sua esperienza sia sulle sue ricerche in Sicilia che sugli scavi di Selinunte: “È stato un perno dalla mia vita sotto ogni aspetto: archeologico, scientifico, storico e anche umano: le persone che ho conosciuto, la vita in Sicilia collaborando con tutti, dai soprintendenti fino all’ultimo operaio”.
Dieter Mertens scoprì due porte sulle mura orientali. “Poi ci fermammo: era troppo grande il lavoro ancora da fare. L’intera estensione fu indagata con metodi geomagnetici che ci permisero di farci un quadro dell’intera urbanistica della città. Riuscimmo a individuare alcuni punti, pochissimi, sui quali concentrare la nostra attenzione. Da questo insieme risultò molto chiaramente la presenza di un’anomalia molto forte sulla punta nord, nell’area di Galera Bagliazzo: non poteva essere altro che la vera porta nord della città. Suggerimmo a chi sarebbe venuto dopo di noi di approfondire, mentre io mi concentrai sull’agorà, una zona del tutto sconosciuta: il centro civico della città”.
Della sua ultima scoperta ne parla così “Sono molto, molto contento che venga fuori fisicamente ciò che allora avevamo intravisto: un’opera molto importante, da cui si desume anche la qualità della muratura. Questa porta si trova nel punto dal quale si vede la città a 360 gradi, con una panoramica unica sia verso il mare sia verso l’entroterra”.
Dieter Mertens ha lasciato un’impronta indelebile nel campo dell’archeologia e dello studio dell’architettura antica, contribuendo a ridefinire la comprensione della colonizzazione greca in Italia e delle sue strutture monumentali, e con le sue recenti ricerche ha aperto nuove prospettive sullo sviluppo delle antiche città della Magna Grecia.